Download completato. Un messaggio che vediamo apparire spesso, il più delle volte distrattamente, sulla barra del nostro browser al termine di un trasferimento. Non deve essere stato così per il team di missione di New Horizons ha visto comparire un simile avviso sugli schermi del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) a Laurel, nel Maryland.
E si capisce il perché: quello scaricato martedì scorso sui computer dell’APL è stato l‘ultimo pacchetto di dati relativo alpassaggio della sonda NASA nel sistema di Plutone ed è stato presumibilmente atteso con una certa suspence e accolto con la giusta soddisfazione.
Più precisamente si è trattato di un segmento della sequenza di osservazioni che hanno interessato il pianeta nano e Caronte, l’ultimissima tranche degli oltre 50 gigabit trasmessi a Terra da New Horizons negli ultimi 15 mesi. Informazioni provenienti dall’altro capo del sistema solare e arrivate a Canberra, in Australia, tramite la rete Deep Space Network dopo aver percorso 5,5 miliardi di chilometri nallo spazio.
Come previsto dal piano di volo della missione, nel settembre 2015 New Horizons ha effettuato un unico passaggio attraverso Plutone e le sue lune, per poi spingersi oltre, verso la fascia di Kuiper. One chance, one opportunity. Al fine di ottimizzare il ritorno scientifico dell’incontro ravvicinato con il pianeta nano la sonda è stata dunque programmata per raccogliere quanti più dati nel minor tempo possibile. E così è stato: durante il sorvolo New Horizons ha immagazzinato una quantità di informazioni100 volte superiore rispetto a quante potesse inviarne in tempo reale.
Il computer di bordo ha quindi selezionato alcuni set di dati ad alta priorità che sono stati trasferiti a Terra nei giorni precedenti e immediatamente successivi all’approccio. Il resto delle informazioni è stato trasmesso a colpi di 173 gigabit al giorno fino al completamento del download dell’intera collezione, avvenuto appunto martedì scorso.
“Abbiamo la nostra pentola d’oro“, ha detto Alice Bowman il Mission Operations Manager, di APL.
Ora la squadra di Bowman effettuerà una verifica finale dei dati prima di procedere alla cancellazione delle informazioni presenti su due registratori di bordo. New Horizons ha infatti bisogno di ‘memoria libera’ per documentare la fase due della sua missione, la Kuiper Belt Extended Mission. Programmati vi sono una serie di osservazioni a distanza degli oggetti della Fascia di Kuiper e un incontro ravvicinato con un corpo celeste conosciuto come 2014 MU69, pianificato per il 1° gennaio 2019.