È una Pasqua che ha rimescolato le carte in tavola questa del 2020, dominata dall’emergenza Coronavirus. Una Pasqua cattolica che assume un significato diverso per i fedeli che non possono viverla pienamente nella sua ritualità. Così come per il popolo ebreo. Se caricata di significati laici, invece, riesce a dare la chiave per il senso di speranza e di rinascita di cui tutti abbiamo bisogno per esercitare la pazienza e la responsabilità.
Il lockdown in Israele
Pasqua blindata per gli Ebrei. A partire da martedì 7 aprile Israele ha disposto una serie misure severissime, dal coprifuoco a partire dalle 15, al blocco dei mezzi pubblici dalle 19 alle 7 del mattino successivo, al divieto di allontanarsi dalla comunità in cui si risiede. Gerusalemme è stata divisa in sette zone per evitare ogni forma di spostamento. Dunque niente riunioni familiari per la tradizionale cena del Seder, il momento centrale della Pasqua ebraica, quello in cui gli anziani, sollecitati dai giovani della famiglia, si dilettano nella narrazione della storia dell’Esodo, dal primo incontro tra Mosè e il faraone, il rifiuto di quest’ultimo di liberare il popolo ebreo e le catastrofi abbattutesi sul Paese, le piaghe d’Egitto, passando per il prodigio del mar Rosso e quindi l’arrivo nella tanto desiderata terra promessa. Il passaggio, dall’Egitto alla Palestina, dalla schiavitù alla libertà, è il significato della Pasqua ebraica. I piatti tradizionali della ricorrenza, che si ispirano a questo racconto, devono essere consumati all’interno del singolo nucleo familiare. Il pane azzimo che ricorda la fretta degli ebrei in fuga che non ebbero il tempo di far lievitare il pane; le erbe amare che simboleggiano l’amarezza della schiavitù patita in Egitto; il Charoset che, con il suo impasto corposo fatto con frutta secca e mele, rievoca invece l’argilla dei mattoni con i quali gli ebrei hanno costruito i grandi monumenti egiziani. Una nuova Pasqua, dunque, vissuta in un’atmosfera di emergenza.
Il significato della Pasqua cattolica quest’anno
Pasqua in isolamento anche per i cristiani. Diversi Paesi europei sono in lockdown e le famiglie hanno dovuto rinunciare a riunirsi con i loro cari per il rituale pranzo, la benedizione col ramoscello d’ulivo e l’acqua santa. Non hanno potuto partecipare fisicamente alle liturgie, che ricordano la morte e la resurrezione di Gesù, figlio di Dio, ripiegando sui collegamenti televisivi o telematici. Le uniche tradizioni legate alla festività religiosa sopravvissute quest’anno sono quelle culinarie. I profumi e i sapori aiutano a scacciare la malinconia.
Una Pasqua globale e laica
L’emergenza Covid-19 ha creato uno straordinario ribaltamento di scenari e questa Pasqua è una delle prove. Il significato religioso della ricorrenza, nella sua ritualità, non può essere vissuto in pieno da popolo dei fedeli per motivi di sicurezza. Se invece proviamo a dare a questa Pasqua un significato più laico, riscopriamo tutta la forza di un importante rito di passaggio. Un forte richiamo alla responsabilità nei comportamenti quotidiani, alla consapevolezza che tutto questo finirà e all’impegno per creare qualcosa di nuovo per il domani.