Secondo il World Economic Forum la Pandemia Covid-19, ha allungato i tempi per il raggiungimento della parità di genere.
Tutte le complessità sociali ed economiche verificatesi a seguito della pandemia, hanno allontanato la parità tra uomo e donna di una generazione. Lo sostiene uno studio del World Economic Forum una fondazione nata a Davos in Svizzera nel 1971, da Klaus Schwab professore dell’Università di Ginevra. Questa organizzazione di cooperazione internazionale oggi, si occupa di organizzare ogni anno un meeting internazionale della durata di 5 giorni.
Prendono parte al meeting i più illustri personaggi dell’economia, della politica, dell’industria, tanto da rappresentare un importante punto di riferimento per il settore.
Il rapporto 2021 relativo al Global Gender Gap mette a confronto 156 paesi in tutto il mondo, resi paragonabili grazie al Global Gender Gap Index;
Questo indice calcolato da un valore da 0 a 100, dove il punteggio più basso indica una distanza minore dalla disparità di genere. Prende in considerazione la distanza di parità tra uomo e donna su diversi temi.
Si tratta di verificare l’approccio di ogni paese relativamente a temi come : il divario economico e politico, cioè alla possibilità di partecipazione alla vita economica e politica del paese tra uomo e donna; piuttosto che al rendimento scolastico e il diritto alla salute.
Rispetto al 2020 la pandemia ha aumentato il gap tra uomo e donna dello -0,6%,. Il rapporto infatti calcola che bisognerà attendere circa 135,6 anni per colmare il divario generale a livello mondiale.
L’Europa Occidentale è la regione che ha fatto i maggiori passi in avanti sulla parità di genere. I paesi più “virtuosi” nella classifica generale e che quindi hanno ottenuto punteggi più bassi sono :
Islanda
Finlandia
Norvegia
Nuova Zelanda
Svezia
Il Rapporto 2021 del World Economic Forum spiega che il divario maggiore rimane quello nella partecipazione politica, che è andato peggiorando nel 2020. Mentre il divario sulla partecipazione economica si pone al secondo posto.
Il divario economico è un tema molto attuale che presenta degli spiragli positivi se consideriamo il gap salariale. In quanto si evidenzia un cambio di mentalità e di approccio anche se nell’atto pratico c’è ancora molto da fare. Mentre c’è una tendenza negativa relativamente alla presenza delle donne nei ruoli di leadership. Si calcola che le donne rappresentano solo il 27% di tutte le posizioni ricoperte nell’ambito manageriale.
Il divario di genere invece in termini di salute e istruzione è quasi colmato, le opportunità si possono definire quasi paritetiche.
La Pandemia ha scatenato anche altri fattori che hanno aumentato il divario tra uomini e donne. Uno tra tutto il forte impegno in prima linea, da parte delle donne nell’assistenza delle persone care. La crisi sanitaria da Covid-19 ha costretto molte donne a rimanete a casa e a lasciare in alcuni casi il lavoro, per prendersi cura della famiglia. Si è acuita inoltre la segregazione occupazionale per genere, che limita le pari opportunità di crescita professionali.
Il rapporto del Global Gender Gap spiega come le donne siano scarsamente impiegate nei lavori emergenti. Professioni che riguardano IT , intelligenza artificaile , ingegneria etc. che vedono sempre meno la presenza del genere femminile.
Lavori che con la pandemia sono cresciuti enormemente, tagliando fuori la maggior parte delle opportunità di impiego per la donna. Il rapporto 2021 spiega che sarà fondamentale una politica di condivisone tra pubblico e privato che vada a supportare e sviluppare quindi l’impiego del comprato femminile in questi lavori E che crei maggiori opportunità professionali per le donne, che a causa del Covid-19 hanno dovuto scegliere tra carriera e famiglia.
La parità di genere rimane una priorità, un processo che richiede un impegno corale del comparto economico, politico e sociale .