Quanto ha sofferto il settore del personal training, dell’efficienza psico fisica e del benessere personale nell’annus horribilis della chiusura totale di un comparto che riguarda la vita quotidiana di 18 milioni di italiani?
Le palestre, le fitness boutiques, i centri di personal training, le piscine, sono i luoghi che insieme al settore degli spettacoli dal vivo hanno subìto le chiusure maggiori, incuranti di zone rosse/arancioni/gialle non c’è stato nessun momento di tregua. Incredibilmente, questo ha riguardato sia le attività di gruppo, sia le attività individuali rivolte al mantenimento della salute di soggetti sani e con patologie, a differenza di altri comparti del benessere come la cura della persona, i centri di bellezza, i parrucchieri.
Eppure è proprio l’attività fisica personalizzata al cliente, qualificata, programmata e monitorata da un professionista del settore, che permette al corpo umano di stare meglio, generare risposte immunitarie e attivare il proprio sistema di difesa. Così come combattere ipertensione, obesità, malattie cardiovascolari e oncologiche, malesseri psicologici. Essere in forma aiuta a sconfiggere non solo i chili di troppo (troppi pregiudizi in questo settore) e depressione, ma anche virus e batteri.
La pandemia e i Personal Trainer: ISSA Europe
Così la più importante scuola per Personal Trainer in Italia, ISSA Europe, ha lanciato un’indagine scientifica per scoprire come è cambiato il settore nel 2020 rispetto al 2019.
Un questionario rivolto a tutti coloro che praticano questa professione finalizzato a comprendere come è andata economicamente, come hanno fatto a tirare avanti, come si sono organizzati per proseguire a lavorare per il benessere dei propri clienti.