È passato un anno da quando gli ecoreati sono stati inseriti nel Codice Penale con la legge 22 Maggio 2015 n.68 e alle problematiche e alle opportunità operative per il contrasto alla criminalità ambientale, emerse dall’entrata in vigore della legge, è stata dedicata una giornata di studio organizzata presso il centro di formazione nazionale del Corpo forestale dello Stato dalla Fondazione UniVerde e dal Corpo forestale dello Stato, con la collaborazione di Coldiretti e Cobat.
All’incontro è intervenuto il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C. A. Tullio Del Sette ed ha inviato un messaggio di saluto Giovanni Legnini, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Hanno partecipato Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, Gianfranco Amendola, già Procuratore della Repubblica di Civitavecchia e Adelmo Manna, Professore ordinario Diritto Penale dell’Università degli Studi di Foggia.
“Nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati – sostiene Cesare Patrone – ci sono i primi segnali di un’inversione di tendenza, anche se l’influenza della criminalità organizzata in campo ambientale è ancora molto forte. Senza dubbio con l’introduzione della legge sui delitti ambientali nel Codice penale si è rafforzata l’azione preventiva e repressiva dello Stato a tutela del patrimonio ambientale. Ma non bisogna mai abbassare la guardia – continua Patrone – nonostante il calo complessivo dei reati, cresce l’incidenza degli illeciti in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Lazio e Lombardia”.
“Nell’aprile 2007, con il Governo Prodi – ricorda Alfonso Pecoraro Scanio –approvammo un provvedimento sull’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice Penale riuscendo anche ad iniziare l’iter parlamentare. L’interruzione della legislatura, però, ne impedì l’approvazione. Le nuove norme introdotte nel Codice Penale, pur con alcune evidenti ombre, vanno valorizzate e utilizzate per rafforzare il contrasto ad eco ed agromafie. È necessario l’impegno di tutte le Forze di Polizia e della Magistratura e il costante confronto dei nuclei specializzati del Corpo forestale dello Stato, istituiti fin dal 2000/2001, con il NOE dei Carabinieri per contrastare i crimini ambientali e confidare che una giurisprudenza coraggiosa possa colmare alcune lacune della normativa”.
Per Gianfranco Amendola: “Questa legge complicata richiede conoscenze specialistiche, giornate di studio e di approfondimento nonché una solida collaborazione e l’unione di intenti tra i nuclei specializzati dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo forestale dello Stato, soprattutto in questo momento di ristrutturazione della Polizia Giudiziaria”.
Dei problemi operativi emersi nel primo anno di vigenza della nuova Legge sugli ecoreati e del contrasto alle ecomafie ed agromafie hanno discusso: Sergio Costa, Comandante regionale della Campania del Corpo forestale dello Stato, Sergio Pascali, Comandante del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE), Claudio De Persio, Direttore Operativo di Cobat e Gennarino Masiello, Vice Presidente Nazionale Coldiretti.
“Nella gestione dei rifiuti tecnologici molte aziende si rivolgono a soggetti non autorizzati, pensando di risparmiare. In realtà non è così – commenta De Persio – Oltre al rischio di sanzioni, peraltro piuttosto salate, queste pratiche creano una turbativa di mercato che genera concorrenza sleale, altera i reali costi di gestione dei rifiuti e crea danni all’ambiente e, di riflesso, alla salute. Su questo fronte, è fondamentale l’azione delle forze dell’ordine, con cui collaboriamo attivamente. Ma serve soprattutto una maggiore coscienza ambientale da parte di tutti, cittadini e imprese. Serve la consapevolezza che l’economia circolare, oltre a tutelare l’ecosistema, genera ricchezza e posti di lavoro. Soprattutto a livello locale.”