L’Italia che sogna, quella che spera, quella che ci crede, quella che funziona, quella che non smette di operare in direzione di una reale crescita. L’Italia competitiva che valorizza la dedizione, la cura, l’intelligenza, la qualità, la professionalità, l’eccellenza, la conoscenza, l’innovazione, la bellezza. È stato il lavoro il protagonista assoluto della “Notte del Lavoro Narrato” che giovedì 30 aprile si è tenuta in città e paesi d’Italia, presso centri sociali, cooperative, associazioni varie. Una notte di letture, narrazioni e rappresentazioni teatrali su storie di lavoro, tutte da condividere, da commentare, da usare come spunto di riflessione.
Un’iniziativa che vanta dunque diversi meriti e che ha avuto come obiettivo quello di puntare i riflettori sull’Italia spesso invisibile o non visibile come dovrebbe, l’Italia fatta di tanta gente che lavora e lo fa bene. Quei lavoratori che spesso vedono negati i propri diritti, quelli che portano avanti con tenacia il proprio lavoro, quelli che quotidianamente contribuiscono con il proprio “mattoncino”, o vorrebbero farlo, al rinascimento dell’Italia. “L’Italia del barista e della scienziata, dell’artigiano e dell’impiegata, del musicista e dell’operaia, del ferroviere e dell’apicultore, della maestra e del maker, dello start-upper e del meccanico, donne e uomini normali che ogni giorno con il proprio lavoro, con l’intelligenza, l’amore, l’impegno che mettono nelle cose che fanno, creano le condizioni per dare più senso e significato alle loro vite e dare più futuro al nostro Paese“. Perché lavorare con passione e impegno vuol dire condividere una missione, quella stessa che fa grande una nazione.
Il motore propulsore della Notte del lavoro narrato è di matrice campana. Merito del prof. Vincenzo Moretti, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Salerno, che l’ha promossa a livello nazionale. Numerose le adesioni pervenute da Napoli e provincia. Tra queste, degna di nota è stata la serata organizzata presso il TAV (Teatro Animazione Visioni) del Cantiere Giovani di Frattamaggiore. Un evento che ha visto il coinvolgimento, con lo slogan “Meno prediche e più buone pratiche!”, di insegnanti, operatori sociali e culturali ma anche di semplici curiosi, in un clima di pura condivisione.
Ogni testimonianza è la dimostrazione di quanto si possa realizzare, nelle grandi città ma anche nei paesi di provincia, con buona volontà e favorevoli opportunità. Il tutto per ricordarci che “Ciò che va quasi bene, non va bene” e che il lavoro può donarci il senso di una vita più ricca, più degna di essere vissuta, più Vita.