Curiosamente ci siamo imbattuti nella lettura di poesie di un manipolo di giovani autori del web, la cosa che ci ha sorpresi, e che risponde ad un bisogno di novità e “trasgressione”, per non dire di “immediatezza”, è che le poesie ci sono arrivate tramite una catena di Sant’Antonio su facebook. Abitualmente le leggiamo sui blog di autori ed editori, digitando indirizzi trascritti nell’ agenda e facendo slalom tra concorsi letterari servendoci degli smartphone per orientarci nel traffico web e nel traffico in strada. Ora abbiamo tastato con mano il bisogno appartenente ad una nuova ondata di autori di scrivere quotidianamente e con rigore sui social, senza preoccuparsi di dati di vendita e presentazioni in librerie.
L’ idea di fondo è che possono essere usati i dispositivi per orientarsi nell’oceano di poesia disponibile, tutti i giorni in qualunque posto e a qualunque ora del giorno e della notte. Così si può leggere dai cellulari e sulla rete, confrontandosi dal vivo a tu per tu e dove capita anche se non si è provvisti di block notes cartaceo, ma semplicemente navigando nei profili degli autori.
Quindi poesie tascabili sempre in tasca (o in borsa), una nuova frangia poetica che inietta tutti i giorni piccoli versi e racconti tascabili impazziti nei social network
I nomi dei giovani autori sono tanti, troppi per riportarli tutti, ma a farci da Virgilio in questo girone poetico digitale abbiamo chiamato uno di loro che ci ha dato modo di conoscere tutti gli altri…
Giusy Poiesis, Paolo Battista, Valerio Carbone, Carmine (aka Rocker insane) e i Disaster Poets, Luca Oggero, Flae Dissa, Phyllis Morroni, Lié Larousse,
Autori accomunati da cosa? Tutti attivi nel far emergere il caleidoscopico mondo della poesia nell’epoca dei social, con le modalità e i mezzi dell’era digitale, post su facebook, fanzine digitali, gruppi poetici sui social network, concorsi letterari autogestiti, e di quella tradizionale.
“BENVENUTO” di Luca Oggero
Benvenuto nel mondo nuovo
dove non conti nulla
dove non sei nessuno.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove il tuo posto di lavoro
non ha più alcuna garanzia
e può spostarsi in India
da un momento all’altro
senza che nessuno ti chieda cosa ne pensi.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove potrai accendere un mutuo
per comprarti anche tu
un televisore grande come lo schermo di un cinema
un’automobile che parcheggia da sola
un telefono che fa le foto e i pompini.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove non esiste più un’alternativa
dove al posto dei partiti politici
ci sono grandi coalizioni
sempre più simili tra loro
e dove di fatto governano le banche
e le multinazionali.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove abbiamo sconfitto la piaga della vecchiaia
a colpi di viagra e botulino.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove chiudono i panettieri e gli alimentari
e aprono ogni giorno un ipermercato e un compro oro.
Benvenuto nel mondo nuovo
dove se tutto questo non ti sta bene
potrai consolarti ogni tanto
con una schiava cinese in un centro massaggi.
I contenuti che li accomunano possiamo riconoscerli nei temi della verità, del paradosso, della poesia introspettiva o impersonale, dell’anestetizzazione delle emozioni, sentiti con gli organi vitali e tutti i sensi possibili, ma ancora temi come mostrificazione, proliferazione di nuovi idoli nella schizofrenica società capitalista, rivolta, tecnologie, individuo e società tentacolare, migrazione delle identità, dissoluzione dell’individuo, megalopoli, giungla urbana, involuzione, modernizzazioni linguistiche, tradimento.
Esperimenti anti-lirica, guasti del linguaggio, comunicazione involontaria.
“Ouverture” di Carmine R Roma (aka Rocker insane)
so che scrivo ai rimanenti pesi che stanno diventando forti che qualcosa mi
ha gettato in un oceano con una zavorra che pesa come un convoglio
so che tremano rocce nei fondali non le riesco a vedere e dopotutto
non me ne importa mi dirigo verso di esse e non posso toccarne la
profondità né far riposare la testa sapevo che avrei dovuto chiudere la
porta invece ogni giorno ho sbirciato dentro sono andato e ho esplorato
elementi che sono imprigionati rocce che sono incollate più solide che
mai non posso fare niente in questa ouverture del silenzio che urla ad
alta voce non posso credere che mi darebbe conseguenze vorrei
prendere le rocce a mani nude e questo è impossibile
ho un solo desiderio rimanere in questo modo
essere così intensamente e totalmente in amore
non perderlo del tutto neanche quando sarò affogato
e gettarmi giù di nuovo senza sapere nulla bocca parole senza suono
un cedimento tra due montagne che liberi qualcosa dagli abissi non
chiedo di salvarmi in questo sogno di sapere se qui vi rimango
con il respiro pulsante
non mi pento di nulla
Sembra che questa new wave poetica italiana abbia già inondato i social network di versi, con un’azione involontaria in contrasto con l’assordante rumore della rete.
“Lingotto” di Fabrizio Raccis
Ti voglio pazza come la gatta sul tetto che scotta, ruvida da levigare, aperta e o socchiusa da ispezionare. Mi voglio assuefare sostanza sotto pelle e da sniffare, ti voglio prendere e disfare comporre un quadro con la tua anima illegale, ti voglio accompagnare all’inferno conoscere dall’interno. Bruciare ogni tua caloria corpo a corpo, voglio escogitare un colpo sul tuo corpo voglio troppo, pietra aperta fantasma a midollo. Ti morderei sul collo trascinerei il tuo volto di pulviscolo nell’abisso, ti voglio nuda di certezza di verità infranta e dissacrata ti voglio calda come mai sei stata sconfitta dal fulgore, laconica bramosa sudata e smascherata, infossata
Voglio la tua bocca di rosa sfatta
voglio dentro la mia bocca
il bacio accanito la lingua del tuo lingotto.
Inondare la rete di poesia è il principale obiettivo.