Tecnologie emergenti, ne avete mai sentito parlare? Questa è la storia di un corso molto particolare, unico nel suo genere.
Tecnologie emergenti e trasformazione digitale
L’attuazione della trasformazione digitale richiede che le persone diventino agenti del cambiamento. Da questa riflessione nasce il percorso formativo del Dipartimento di Management dell’Università di Torino “Human & Technology Licence for Business Innovation” (H&TL), da ottobre online e on demand, proposto da Paolo Biancone, Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Torino, e Silvana Secinaro, Professore associato di Economia aziendale dell’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con Comau, attraverso la sua Academy.
Attraverso un percorso di 125 ore si accede a lezioni, materiali di apprendimento individuale e a gruppi di lavoro. Al termine, con il superamento di un test, il corso rilascia la prima “patente delle tecnologie emergenti” e 5 CFU (crediti formativi universitari) che possono essere accreditati anche presso gli ordini professionali.
Intervista al professore Paolo Biancone
Un corso molto importante e particolare che deve essere presentato nella giusta maniera. Proprio per questo motivo abbiamo rivolto le nostre domande al professore Paolo Biancone. Professore Ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Torino, il professore Biancone è Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti. È autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico, così come di contributi al dibattito culturale e civile.
La convinzione che le scoperte scientifiche vadano condivise con la comunità non scientifica lo ha portato a perseguire fortemente la “Terza missione” universitaria proponendo attività di interazione diretta con le imprese e il territorio. Il “mettere a terra” le conoscenze scientifiche gli ha consentito di far parte di consigli di amministrazione di importanti società e fondazioni:
Cosa vuol dire “Patente delle tecnologie emergenti”?
La trasformazione digitale è una sfida cui siamo chiamati per essere competitivi con il resto del mondo. La stessa Relazione di Previsione Strategica 2021 dell’Europa mette al centro l’importanza di sviluppare nuove competenze e rafforzare la capacità di utilizzo delle tecnologie di punta.
In questo scenario, nasce la prima “patente delle tecnologie emergenti” che rilascia 5 CFU (crediti formativi universitari) che possono essere accreditati anche presso gli ordini professionali.
La patente è in primo luogo uno strumento di diffusione della conoscenza delle innovazioni tecnologiche orientate al business e alle persone e, attraverso il superamento di un test, ne attesta l’avvenuta comprensione.
Cos’è una tecnologia emergente?
Il mondo delle tecnologie emergenti è in continua evoluzione e oggi comprende: Internet of Things e Web Scraping, Intelligenza Artificiale, Visualizzazione dei dati, Realtà Aumentata e Realtà Virtuale, Robotica. Tecnologie sempre più diffuse che stanno modificando le nostre abitudini, l’economia, l’ambiente domestico, lavorativo, scolastico, che hanno creato nuovi modi di stare insieme e di collaborare.
Per fare un esempio pratico, negli ultimi anni, l’applicazione del deep learning nell’Intelligenza Artificiale, che consente alle macchine di dare un senso ai dati e di imparare mentre sperimentano, ha apportato grandi miglioramenti: in agricoltura consente di utilizzare i dati provenienti da droni e satelliti per prevedere la produzione agricola, monitorare i livelli globali dell’acqua, rilevare le malattie delle colture prima che si diffondano. Oppure, in sanità, permettendo ai medici di esaminare la sequenza genica e la composizione molecolare di una persona, il deep learning facilita trattamenti personalizzati.
Come nasce il vostro percorso formativo?
Da sempre il nostro Dipartimento porta avanti iniziative tese a contribuire alla crescita sociale facilitando la comprensione diffusa di molti temi di carattere economico.
Di fronte alla trasformazione digitale, un cammino indispensabile per lo sviluppo del nostro sistema economico e sociale, che richiede l’impegno di tutti, senza lasciare indietro nessuno, in collaborazione con Comau abbiamo ritenuto di particolare importanza strutturare una proposta formativa che rispondesse appunto a questo bisogno.
Il corso vuole infatti diffondere e consolidare a tutti i livelli la consapevolezza di come la tecnologia può cambiare la vita delle persone e delle aziende. La modalità online e on demand ne consente la fruizione nel momento e luogo che si preferisce tramite una piattaforma di apprendimento LMS (learning management system) di facile utilizzo. Il corso pertanto è accessibile da tutta Italia ed è rivolto a una platea eterogenea: studenti, professionisti, imprenditori, disoccupati, anche semplicemente curiosi. Perché tutti siamo potenziali figure chiave della trasformazione digitale.
Il grande afflusso di iscrizioni che stiamo registrando conferma di aver colto nel segno, testimonia che l’esigenza di questo tipo di formazione e aggiornamento è sentita, anche da parte di operatori del comparto tecnologico, ed evidenzia l’apprezzamento, sempre più diffuso, per la possibilità di accedere a distanza nei tempi più comodi per i partecipanti.
Quali sono i suoi obiettivi?
Il corso si compone di 125 ore di lezioni, materiali di apprendimento individuale e gruppi di lavoro, secondo un programma che intende far comprendere le implicazioni dei cambiamenti tecnologici che impattano sull’evoluzione del mercato, rendendo le persone promotrici delle applicazioni tecnologiche nel proprio segmento di attività.
Vogliamo diffondere la comprensione delle potenzialità delle tecnologie e contribuire a sviluppare un approccio di apertura, collaborazione, interdisciplinarietà. Perché l’attuazione della trasformazione digitale richiede che le persone diventino agenti del cambiamento.
Secondo lo studio di Accenture e Frontier Economics l’Intelligenza Artificiale può aumentare il fatturato di quasi 4 trilioni di dollari nel 2035, seguito da commercio all’ingrosso e al dettaglio (2,2 trilioni di dollari), servizi professionali (1,5 trilioni di dollari), servizi finanziari (1,2 trilioni di dollari), informazione e comunicazione (1 trilione di dollari), trasporti e stoccaggio (0,8 trilioni di dollari) e costruzioni (0,5 trilioni di dollari). È dunque indispensabile non farsi trovare impreparati, essere protagonisti e non spettatori del cambiamento