La nascita del Welfare State segue il principio di responsabilità dello Stato verso i cittadini più fragili. Nella Germania ottocentesca iniziano a farsi strada i cosiddetti diritti sociali che esplodono in tutta la loro forza con la seconda rivoluzione industriale. L’avvio di politiche per il lavoro, la salute, l’abitazione e la famiglia segnano l’ingresso nell’era moderna degli Stati che le hanno adottate.
Che vuol dire Welfare State?
Il termine Welfare State nasce nel Regno Unito negli anni Trenta del Novecento grazie allo studioso Alfred Zimmern. Fu il primo a utilizzarlo con un’accezione positiva per caratterizzare gli Stati democratici moderni. Il concetto di benessere sociale, infatti, era già nato in Germania in epoca bismarckiana. Wohlfahrtsstaat significava letteralmente Stato del benessere e indicava la responsabilità dello Stato nel garantire ai cittadini i diritti sociali come il diritto al sostentamento e al lavoro. L’idea, però, non era piaciuta alla destra rivoluzionaria ai tempi della Repubblica di Weimar. A partire dal 1942, con il piano Beveridge, entrò nel linguaggio comune del Regno Unito e poi di tutta Europa per sancire la differenza tra gli Stati democratici e quelli totalitari.
Quali sono le caratteristiche principali del Welfare State?
Il Welfare State comprende una serie di provvedimenti volti ad assistere i cittadini in determinati momenti della loro vita proteggendoli dai rischi e favorendo il loro benessere sociale ed economico. Le politiche welfare si ispirano ai principi di equa distribuzione delle ricchezze tra i cittadini, di pari opportunità e di responsabilità pubblica verso i più fragili. Non è possibile dare una definizione unica di Welfare perché ogni Stato lo adatta al proprio contesto e alla propria storia. Nel corso degli anni, inoltre, il mutare delle condizioni economiche e sociali di un Paese ha reso necessario modificare le politiche relative al Welfare. Possiamo inquadrarne, però, gli ambiti di azione: maternità, istruzione, abitazione, vecchiaia, infortuni, malattia, invalidità.
Quando è nato lo Stato Sociale?
Il Welfare State, o in Italiano lo Stato Sociale, nasce alla fine dell’Ottocento in un contesto sociale ben preciso: la seconda rivoluzione industriale. L’avvento delle macchine e dell’elettricità diede un forte impulso al passaggio da un’economia prettamente agricola a un sistema industriale. Passaggio che determinò un cambiamento irreversibile non solo nel settore produttivo ma più in generale nel tessuto sociale. Le città si popolarono anche per effetto di un sensibile rialzo demografico, nacque la classe operaia, e con lei il movimento operaio, e soprattutto si crearono nuove sacche di povertà e fragilità sociale. I primi provvedimenti erogati furono, infatti, legati agli infortuni sul lavoro. Nel Novecento, nel periodo tra le due guerre mondiali, il Welfare crebbe in misura notevole. Stavolta fu la risposta ai danni subiti dalla guerra e, negli Stati Uniti, dalla crisi del 1929.
La nascita del Welfare State in Italia
In Italia il Welfare State nasce in concomitanza con gli altri Paesi europei, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quindi sotto il Regno d’Italia da poco costituitosi. I primi provvedimenti riguardarono le pensioni sociali volontarie contro gli infortuni. Misure come la pensione statale e l‘assicurazione pubblica contro la disoccupazione nacquero invece dopo la prima guerra mondiale. Con l’avvento del regime fascista, il sistema di leggi e di istituzioni per il welfare venne consolidato a favore del settore previdenziale trascurando quello sanitario. Per la nascita del Servizio Sanitario Nazionale, infatti, bisognerà attendere il 1978. Durante il governo di Mussolini nascono l’Istituto Nazionale Fascista per la Previdenza Sociale, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, e Istituto Nazionale Fascista per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Compaiono gli assegni familiari.
Il boom economico impose l’introduzioni di nuovi strumenti che stavolta riguardavano la famiglia. Fu riconosciuta la parità di diritti tra i coniugi, approvate le leggi su divorzio e aborto. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, la situazione economica fortemente condizionata da stagnazione e inflazione rese necessario limitare i benefici erogati dal Welfare. Le riforme successive hanno avuto come scopo ridurre la spesa pensionistica ed espandere le politica di assistenza sociale.