A Napoli non c’è solo il calcio, anche se la squadra di Higuain ed Hamsik, fa la parte del leone. E la ritengo anche normale visto quanto sia seguito il calcio in Italia. Ma in fatto di storia, di nascita di un club sportivo a Napoli, deve lasciare lo scettro al Tennis Club Napoli, un glorioso circolo nato nel 1905, storia raccolta nel volume Tennis Club Napoli 1905-2005, di Marco Lobasso e Gianni Mennella, curato da Gian Paolo Leonetti (Electa, 2005).
Il volume, in edizione fuori commercio, riservata ai soci del T.C.N., descrive tutte le tappe fondamentali della vita del circolo. Conosco Gianni Mennella solo nella veste di ex presidente del T.C.N., mentre Marco Lobasso, giornalista professionista presso “Leggo” e “Il Mattino” di Napoli, so che è un appassionato e cultore di tennis, cui a dedicato articoli e alcuni volumi (Annuario del tennis campano, 1993; Tennis campano, 2006; Tennis club Vomero. Stella d’oro al merito sportivo – 1907-2007, 2007). Diretto dal presidente Luca Serra, il T.C.N. ha una storia gloriosa che inizia, come già detto, nel lontano 1905, fondato da cento soci con la denominazione di Lawn Tennis Club Napoli, che vide sin dall’inizio la presenza nelle sale del Circolo i membri di Casa Savoia, dando più lustro alla sua nascita. È il tennis della Belle Epoque.
La prima sede fu ubicata nel “Padiglione Umbertino”, costruito dall’ingegnere Eduardo Bobbio nel 1900 nella Villa Comunale, per ospitare un’esposizione internazionale d’igiene, inaugurata il 4 giugno (un giorno prima che il Vesuvio si mettesse a sborrare una lingua di fuoco, ceneri e lapilli), giorno in cui si celebrarono la Festa dello Statuto e la commemorazione della morte di Giuseppe Garibaldi.
Riporto qui le parole di Matilde Serao, pubblicate il 6 giugno 1905 sulle pagine de «Il Giorno» di Napoli, all’indomani dell’inaugurazione del Club, con un trasporto passionale: «Brillantissima e affollatissima delle nostre più graziose dame e dei nostri più eleganti gentlemen riuscì, ieri l’altro, l’inaugurazione del Lawn Tennis Club Napoli, nel punto più bello della nostra Villa, presso il Padiglione Municipale, trasformato assai graziosamente in un vasto salone ammobiliato con molto gusto, dove è installata la sede sociale. Accanto al padiglione sorgono spogliatoi elegantissimi, pieni di ogni modernissimo comfort, e innanzi alla facciata principale è la pista, divisa in tre campi, che guarda via Caracciolo, il nostro magnifico quai [lungomare di via Caracciolo], così bello, nel crepuscolo dolcissimo! Il battesimo alla pista fu dato dalla duchessa Dusmet de Smours, dal principe di Pescara, dal principe di Fondi, dal conte di Sangro di Fondi, dal marchese di Motola; dal barone Gianni de Riseiis, dal signor Ricciardi, dal signor Felix Stevens e da qualche altro elegantissimo giocatore».
Per concludere, diciamo che il primo presidente fu Sebastiano Marulli, duca d’Ascoli, che restò in carica fino al 1917, anno della sua morte; gli iscritti ai tornei incominciavano ad essere numerosi; il Club si avvalse dell’esperienza degli inglesi che primeggiavano in questo sport; che il vincitore del primo torneo maschile fu l’inglese Jeoffrey Smith che batté in finale il napoletano Lorenzo Ricciardi, dando vita ad una tradizione tennistica napoletana piena di successi che ancora oggi sa farsi onore.