Sulla mozzarella di bufala “congelata” si sta creando una gran confusione che rischia di danneggiare consumatori e l’intera filiera di produzione. Per sgombrare il campo da qualsiasi incertezza e ambiguità di sorta, Cia Campania sottolinea la propria contrarietà a modifiche del Disciplinare tese a infalsioznare inutilmente un’offerta senza restituire alcun valore aggiunto al prodotto.
“Come dimostra la posizione assunta sul Ceta, che per la prima volta vede tutelata la Bufala Dop sul mercato canadese– osserva il numero uno di Cia Campania e vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Alessandro Mastrocinque – noi siamo apertissimi alle innovazioni, nel settore agricolo ha preso piede la preoccupante piega di criminalizzare qualsiasi novità e questo è autolesionistico. Detto questo facciamo solo alcune osservazioni di merito sul nuovo disciplinare, e cioè: l’introduzione d nuovi sottoprodotti aumenterà il valore aggiunto della Dop? I produttori sono attualmente strutturati per rispondere a un aumento della domanda? Sono stati fatti adeguati approfondimenti sulle innovazioni relative ai metodi di lavorazione?”.
In questo senso l’atto di indirizzo approvato dalla Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale della Campania, presieduta da Maurizio Petracca, è un buon segnale. La Commissione ha infatti approvato all’unanimità un atto di indirizzo relativo alle modifiche del disciplinare di produzione della mozzarella Dop avanzate dal Consorzio di Tutela e parzialmente accolte dalla Giunta Regionale lo scorso 13 settembre. La Commissione di fatto chiede l’azzeramento delle aperture fate alle richieste del Consorzio consentendo limitando la possibilità del condizionamento a temperature negative per il solo prodotto finito, senza alcuna modifica del processo produttivo, e la possibilità di esportazione solo fuori dal territorio dell’Unione europea e senza la dicitura Dop. “Se non dovessero essere accolte queste richieste rischieremmo di arrivare in Canada non con un prodotto DOP e fresco ma con la mozzarella declassata. Così si brucia il prodotto, non si valorizza la qualità dell’ offerta”, aggiunge il direttore di Cia Campania Mario Grasso.
“Grazie al lavoro sulla tracciabilità dei prodotti – continua Mario Grasso, direttore di Cia Campania- a noi oggi risulta che gli allevatori non hanno più latte a terra. Questo significa che la domanda è più alta dell’offerta, il che ci fa piacere ma ci consiglia di monitorare con attenzione ogni passaggio del nuovo disciplinare affinché possano essere garantiti dei prezzi più alti. Siamo disposti a confrontarci per trovare forme e soluzioni dirette ad aumentare la produzione. Su questo – conclude Grasso – bisogna assolutamente puntare ad aumentare la base associativa della Dop, oggi non tutti i produttori sono iscritti al Consorzio“.