La morte di Ulay segna una perdita di livello mondiale all’interno della storia e del mondo dell’arte. L’artista, nato in Germania, è stato uno dei maggiori rappresentanti della performing art. Indimenticabile il sodalizio con l’artista serba Marina Abramovic tra una relazione decennale e le varie opere sulla muraglia cinese il MoMa di New York.
Tedesco ma non troppo
Nato nel 1943 a Solingen, in Germania, Frank Uwe Laysiepen, successivamente noto con il nome d’arte Ulay, era figlio di un gerarca nazista. Il futuro artista ha vissuto in maniera conflittuale le proprie origini, tanto da arrivare alla rinuncia del nome e della nazionalità tedesca. Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce ad Amsterdam e abbandona gli studi universitari per avvicinarsi alla mondo della fotografia analogica. I suoi studi e le sue ricerche si focalizzano sulle nozioni di identità e corpo andando a documentare la cultura di travestiti e transessuali attraverso immagini, aforismi e esibizioni dal vivo come nella serie Fototot e in There is a criminal touch to art.
L’incontro con Marina Abramovic
E’ il 1976 quando Ulay incontra per la prima volta Marina Abramovic. Tra i due artisti, da quel momento, nascerà non solo una fortissima collaborazione artistica ma anche una intensa storia d’amore e agitata relazione sentimentale. Dopo 12 anni di relazione sentimentale decidono di lasciarsi e di sancire la fine del loro rapporto con un’ultima grande ed indimenticabile performance, The Lovers: The Wall Walk in China. In novanta giorni percorrono a piedi la grande muraglia cinese partendo dai capi opposti per incontrarsi al centro e dirsi definitivamente addio. Si rincontreranno solamente nel 2010 al MoMa di New York quando Ulay si presenta a sorpresa davanti l’artista serba intenta in una live performance.
La malattia e il trasferimento a Lubiana
Nel 2009, l’artista tedesco si trasferisce in quel di Lubiana dove poco tempo dopo gli verrà diagnosticato un cancro. Ulay tratta la malattia come il più grande e più importante progetto della sua vita, un’occasione per interrogarsi sulla natura della vita, dell’amore, della storia e dell’arte.