“Chiamo io o chiama lei?” era uno dei siparietti tormentone della fortunata trasmissione “Indietro tutta”. A dilettarsi erano Renzo Arbore e, al di là della cornetta, il compianto Alfredo Cerruti morto il 18 ottobre all’età di 78 anni. Con la morte di Alfredo Cerruti se ne va l’ultimo pezzo degli Squallor. Anche se lui, in realtà, fu molto di più: spaziò dalla musica alla televisione con grande maestria. Collaborò con personaggi come Gianni Boncompagni, Giancarlo Bigazzi, Renzo Arbore appunto, Daniele Pace con i quali non mancò mai di divertirsi. Poche le notizie, invece, sulla sua vita privata eccezion fatta per la sua relazione con Mina e la sua passione per il gioco d’azzardo.
Chi era Alfredo Cerruti, leader degli Squallor, di cui tutti oggi piangiamo la morte
Alfredo Cerruti è la perfetta incarnazione della frase, oggi tanto di moda, “l’ironia è una cosa seria”. E a dimostrarlo è il clamoroso successo riscosso dagli Squallor, il gruppo da lui fondato insieme a Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi, Totò Savio ed Elio Gariboldi. Un’avventura nata per puro spirito goliardico, per uscire da quel tono “politically correct”, sempre per usare espressioni moderne, delle loro composizioni che affollavano, di anno in anno, le edizioni dei festival della canzone di Sanremo e abbracciare uno stile dissacrante, generosamente condito di turpiloquio andante, che scuotesse il perbenismo “cattobroghese” del tempo. Una pausa durante la quale lasciar andare i freni inibitori senza farsi vedere da nessuno se non da quei pochi che potevano condividere lo stesso guizzo geniale. Per molti anni, infatti, l’identità dei membri del gruppo di “Cornutone”, “Pret a porter”, è rimasta ignota mentre si moltiplicavano i successi di pubblico e gli ostacoli della censura. L’album del 1985, “Tocca l’albicocca” fu tra gli album più venduti dell’anno.
Tra cinema e musica
Al di fuori di quelle mura, Cerruti era produttore discografico e autore televisivo. Iniziò nella Edizioni Adriatica per passare alla direzione artistica di CBS, CGD fino ad approdare alla Ricordi. In televisione firmò programmi che oggi potremmo definire antesignani dei moderni talent show, pur se con le dovute distinzioni, come “Stasera mi butto”, la gara di imitatori che ha lanciato Neri Marcorè, Giorgio Panariello, Max Giusti; “I cervelloni”, una competizione tra inventori, e “Fantastica italiana”. Scrisse anche due edizioni del programma contenitore per eccellenza “Domenica In”.
Indietro tutta
Noi vogliamo, però, ricordarlo nelle sue ultime incursioni televisive: quelle col professor Pisapia e con “Volante 1 a Volante 2…” all’interno del programma tv cult degli anni Ottanta che fu “Indietro tutta”. Quel fantomatico concorso a premi che irrideva la televisione nel suo ammiccare sempre più a format commerciali nell’intento di accontentare il cosiddetto pubblico medio. La stessa televisione spazzatura che oggi imperversa, per intenderci. Quello di Cerruti è stato un indimenticabile contributo alla storia del costume italiano e quella voce cavernosa su sottofondo musicale, ispirata a un film di Stanley Donen, quell’impostazione così seria nel dire tutte quelle scemenze ci mancheranno: “Se non chiama lei, chiamo io“. Eh no, Alfredo, ora non chiamerai più…