Abitano esattamente sopra il mio appartamento.
Sono due, hanno un’età variabile tra i 75 e i 90 e, anche se la natura sta facendo con perizia il suo corso, è nitida la percezione che nessuno abbia voglia di cedere la propria pensione di reversibilità al coniuge. Non so se si possa definire amore, ma è indubbia l’alchimia.
Non pensate a quelle coppie descritte con inutile dovizia di particolari da teenagers, così ricchi di followers e poveri di sintassi, che ovviamente le case editrici fanno a gara per accaparrarsi: siete fuori strada.
C’è una regola aurea alla base di questo ciarpame, che una volta trovavi nei cestoni degli autogrill a 2.000 lire insieme ai vecchi numeri di Topolino o di Geppo, e che adesso ottiene un successo pazzesco: se ti rivolgi ad un branco di bipedi dal quoziente intellettivo di un ornitorinco, devi dare loro una storia che anche un ornitorinco saprebbe in grado di leggere. E magari anche di scrivere.
(Se non vi piacciono gli incisi non siete obbligati a leggerli: poiché intendo tenere fede al soprannome di “dottor Divago” che mi diede la mia professoressa di italiano del liceo, sappiate che ne troverete altri. O forse no.).
Tornando ai due vecchi con la sciatica: mi urtano. Lui apre la porta dell’ascensore e le cede spazio, specie quando ha le buste della spesa: coltiva la speranza che le funi facciano il suo dovere e si spezzino non appena lei mette il suo peso dentro, come accadde in un palazzo nel quartiere molti anni fa, quando gli impianti non avevano tutti quei dispositivi di sicurezza. Bei tempi.
Lei, conoscendo la delicatezza del di lui stomaco, riserva abbondanti dosi di peperoncino calabrese in ogni pietanza che gli cucina, sperando che presto o tardi si sieda sulla tazza del gabinetto, in preda ad un attacco di dissenteria, e non si alzi mai più.
Del resto, come non comprenderli: una pensione fa sempre comodo, figuriamoci due. Insomma, quei vecchi hanno tutto. Soldi, una casa di proprietà, e come se non bastasse si odiano con naturalezza. Invidio la loro chimica. Se solo non fossero tra i candidati ad una morte prematura (si fa per dire) potremmo anche diventare amici.
Ovviamente sto scherzando. Io non ho amici.
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L’ammirazione per l’agiatezza dei due vecchi con la sciatica tempo addietro mi ispirò il tentativo di ottenere una regolare pensione di invalidità, ma pare che l’alluce valgo in soggetto sociopatico non bastasse. I soliti desueti protocolli ministeriali.
Ci rimasi male. Comprendetemi: una notte l’assessore alla legalità del mio comune in persona, col quale giocavo per ore a burraco on line, dopo aver pescato una imbarazzante sequenza di pinelle – un culo poderoso, devo riconoscerlo – , in preda ad una incontrollabile eccitazione mi aveva confidato che la dottoressa della Asl referente in materia non era insensibile al rilascio di certificazioni compiacenti: il tutto, previa ovviamente spontanee dazioni di grosse somme in banconote in piccolo taglio (come amava ripetere: lo faccio per sconfiggere i disonesti che spacciano le 50 euro false).
Incredibile fu la sequenza di panzane che questa tizia mi rifilò, ovviamente dopo la dazione, pur di non concedermi quel che mi spettava: mise in mezzo la magistratura politicizzata, una fuga di notizie, inchieste giornalistiche.
Ci rimasi male, devo dire la verità: in primo luogo perché non mi restituì i soldi che le avevo dato. Erano frutto di una estorsione, ma tecnicamente mi appartenevano.
“Quando si investe, caro signor sociopatico, occorre mettere in conto l’alea”
“L’alea?”
“Il rischio d’impresa”
“Quale sarebbe l’impresa?”
“L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”
“Anche a me piace Lucio Dalla, ma cosa c’entra coi miei soldi?
“Assolutamente niente, cercavo una frase ad effetto”
“E perché ora mi da del tu?”
“Per rispettare la metrica della canzone. Comunque non rivedrà mai i suoi soldi”
“Perché?”
“Perché li ho investiti in buoni postali fruttiferi esentasse a favore dei miei numerosi amanti. Li potranno riscattare al compimento dei loro 18 anni”.
Ogni riferimento, all’interno del racconto, a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine