“Sì, vabbene! Il mare, il pesto
De André, Don Gallo e la focaccia
la cadenza portoghese e la mimosa in fiore
centro storico più grande, ospedale, cimitero,
liberata (si fa per dire), paraponzi-ponzi-pero…”
Ma la mia Genova non è come la vostra
la mia Genova ha il vento nelle ossa
carta nelle scarpe, non cartoline
terra nelle unghie e il cuore pien di spine…
La mia Genova contempla esterrefatta
le botte venute giù come tempesta
nel buio atroce di una scuola
manganelli che facevan festa
lasciando echi di urla
e un denso sangue sporco
un nuovo tipo di pesto
col fiato della morte!
No! La mia Genova non è come la vostra
è tutta una salita
non ha nemmeno una discesa
non ha banche sotto casa
fa fatica a far la spesa
perché la mia Genova è salata
non conosce salotti
e chiama pranzo o cena
il latte coi biscotti.
La mia Genova è di un ragazzo
un novello “Perasso”
spalmato sull’asfalto
piccola piuma come tante
nel ricacciare indietro l’alito pesante
di assurde carabine vomitanti.
Ma la mia Genova non si sente sola
e se di notte piange sulle braccia viola
si compenetra nel mare, si fa onda
e sugli “ospiti sgraditi” non si confonde
perché la mia Genova
si fa molte domande
e di fronte all’idiozia…
stende le sue mutande!
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine