Il passato: un velo ingombrante
La maschera del diavolo di Antonella Fiaschi edito da Gaspari è il sequel del primo romanzo dell’autrice, la Metamorfosi dell’angelo, che ha ottenuto un grande successo di pubblico.
Anche in questo caso la protagonista, l’avvocata Caterina Novelli dovrà sbrogliare un caso difficile, fare luce su una scomparsa dolorosa che le renderà il compito ancora più complicato. Le storie narrate da Antonella Fiaschi sono ricche di pathos e ci restituiscono personaggi sempre molto densi, ricchi di contraddizioni e per questo veri, molto ancorati alla realtà. In questo caso Caterina Novelli dovrà misurarsi anche con il suo passato, una questione irrisolta con se stessa, un velo ingombrante, che la metterà a dura prova.
Sinossi
L’improvvisa scomparsa del collega di studio Giovanni costringe Caterina Novelli, avvocato di mezza età della provincia del Nord-Est, ad improvvisarsi detective per scoprire cosa celi la misteriosa sparizione dell’amico e cosa lo tenga prigioniero. Con l’aiuto del figlio, passo dopo passo, fra nuove conoscenze, svolte dell’indagine e al drammatico incontro con il proprio passato, svelerà quale terribile segreto lo abbia indotto a nascondersi al mondo e a se stesso.
Ringraziamo Antonella Fiaschi per questa bella intervista attraverso la quale abbiamo avuto la possibilità di approfondire la sua passione per il noir e conoscere il messaggio che voluto lanciare ai lettori.
La maschera del diavolo di Antonella Fiaschi
Salve Antonella e bentornata a Cinquecolonne Magazine! I nostri lettori già hanno apprezzato il suo primo romanzo e ora sono molto curiosi di sapere di che tratta il nuovo libro. Ci può dire innanzitutto se c’è un legame con il precedente?
Buongiorno. “La Maschera del Diavolo”, pur essendo un romanzo autonomo e quindi leggibile indipendentemente dal precedente, è l’ideale sequel de “La Metamorfosi dell’Angelo”, perché rappresenta una nuova avventura dei personaggi principali, che il lettore ha già avuto occasione di conoscere con il primo libro: Caterina Novelli, avvocata di Udine, suo figlio Emanuele e Giovanni Nobile, collega di studio, amico e mentore della protagonista.
La maschera del diavolo è quindi un sequel che ha come protagonista sempre Caterina Novelli. Secondo lei, in generale, chi punta sul sequel ha molte più chance di lettura?
Non saprei se, in generale, via sia maggior interesse verso i sequel, anche se molti lettori, dopo aver finito “La Metamorfosi dell’Angelo”, hanno chiesto a gran voce ulteriori sviluppi della vicenda. Personalmente posso dire che avevo lasciato in sospeso alcuni aspetti della vita, legati soprattutto al passato dei personaggi, per cui è stato naturale per me chiudere il cerchio con questa nuova avventura.
Anche in questo caso la protagonista, suo malgrado, si trova ad indagare su un possibile delitto, che ha inizio con l’improvvisa scomparsa di Giovanni. Possiamo dire che lei ha trovato nel genere del noir la sua vocazione? Ha mai pensato di cambiare?
Amo molto il genere noir, che a differenza del thriller usa il delitto come pretesto per affrontare temi sociali o psicologici. È un genere sicuramente a me congeniale, per la sua vocazione a celare la realtà, ponendo in luce ciò che appare, che non sempre coincide con la verità di quanto davvero accaduto. Anche ne “La Maschera del Diavolo”, l’indagine che Caterina segue per scoprire nel passato di Giovanni le cause della sua scomparsa, farà emergere anche il dramma che si cela nelle pieghe del suo vissuto. La ricerca reale è anche cammino interiore alla scoperta di se stessi. Nonostante la mia inclinazione verso il noir, penso che chi scrive debba anche sperimentare, affrontare nuove sfide, per cui sicuramente in futuro mi cimenterò in altri generi.
Possiamo anticipare qualcosa ai nostri lettori sullo stato d’animo di Caterina Novelli dopo la scomparsa del collega di studio, visto che si tratta dell’amico Giovanni che le è stato di grande supporto nel libro precedente?
La scomparsa di Giovanni induce Caterina, che si trova in un periodo cupo della sua vita, a reagire all’inerzia. L’affetto che prova verso l’amico la obbliga ad essere attiva per poterlo ritrovare. Nel romanzo, però, c’è altro: un’inquietante scoperta che fa riemergere il passato della protagonista e la scelta fra vivere nel dubbio o affrontare la verità. Lo stato d’animo di Caterina è, quindi, altalenante e oscilla fra la preoccupazione ed il senso di impotenza da un lato, alla spinta a farsi parte attiva per salvare Giovanni e per comprendere, dall’altro.
Anche lei non può esimersi da una domanda di rito che facciamo ai nostri scrittori: attraverso La maschera del diavolo c’è qualche messaggio che vuole veicolare ai lettori?
La Maschera del Diavolo tratta il tema del rapporto che abbiamo con il nostro passato, in quei casi in cui lo stesso sia incombente e rappresenti delle catene che non ci fanno liberamente vivere ed assaporare il presente. Il messaggio è, quindi, l’indicazione della via da seguire, metabolizzando ciò che ci è accaduto, considerando i ricordi nella loro giusta dimensione e imparando a lasciar andare ciò che ci àncora al nostro ieri, trattenendo solo quanto ci aiuti a procedere nel nostro cammino.