Dimezzare la spesa pubblica in tecnologie digitali come prevede l’art.29 della prossima legge di stabilità è in contrasto con le politiche di crescita e innovazione del Paese.
‘Non sembra possa essere lo stesso Governo che nei mesi scorsi ha promosso il piano Crescita Digitale e la Strategia per la Banda Ultralarga e ora ordina alle Pa di tagliare del 50% la spesa in tecnologie informatiche‘ così Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale esprime tutto lo sconcerto, al limite dell’incredulità, che attraversa le imprese di Ict nell’apprendere che nella Legge di Stabilità appena approdata in Senato, l’articolo 29 prevede di dimezzare la spesa pubblica sul digitale, potendo così mandare in frantumi i progetti d’innovazione della pubblica amministrazione.
‘E’ una visione incomprensibile quella che sta dietro a questa norma – continua Catania- Primo perché è in contrasto con le politiche di crescita e sviluppo dell’occupazione, di cui il digitale è il motore principale, e in aperta contraddizione con gli impegni sull’innovazione sin qui presi dal Governo. Secondo perché tagliare la spesa nelle nuove tecnologie significa tagliare proprio lo strumento principale per operare una spending review strutturale e mettere in efficienza la Pa, con tutti i benefici di cui proprio in queste ore si sta parlando, come per la trasparenza e il contrasto all’evasione fiscale. Ricordando, infine, che siamo agli ultimi posti in Ue per spesa pubblica in informatica, non posso che augurarmi che si sia trattato di una svista di percorso destinata a non lasciare traccia nella Legge di Stabilità che verrà approvata dal Parlamento.