La Keats-Shelley House narra la storia di John Keats a Roma
È in questa casa a piazza di Spagna che Keats visse gli ultimi mesi di vita. Tra queste mura sono raccolti manoscritti, dipinti, oggetti e disegni che riguardano la vita del poeta inglese, e non solo.
La Keats Shelley House è una casa museo che raccoglie la storia di alcuni dei più importanti poeti romantici della storia che in Italia trascorsero parte della loro vita. Keats arrivò a Roma nel novembre del 1820 e grazie all’aiuto del dottor Clark,che abitava a Piazza di Spagna, soggiornò nella stanza al secondo piano di quest’edificio.
Dopo la morte di Keats avvenuta nel febbraio del 1821, la casa conobbe un lento declino. Agli inizi del novecento l’edificio versava in pessime condizioni e rischiò di essere demolito. Fu solo grazie al supporto del re d’Italia, del re d’Inghilterra e del presidente degli Stati Uniti che nel 1906 si salvò l’edificio attraverso una considerevole raccolta di danaro che permise la creazione della Keats -Shelley MemorialAssociation nel 1906. Dopo tre anni dall’istituzione della fondazione, le porte della Keats – Shelley House vennero aperte al pubblico e oggi ne possiamo ammirare la ricca biblioteca, i quadri, i disegni, i dipinti, le sculture e i cimeli conservati.
In questo edificio si racconta di Shelley, Byron, Oscar Wilde e degli amici londinesi di Keats. La casa è ricca di ritratti che danno un volto a coloro che hanno fatto parte della vita di Keats e acui questo era profondamente legato. Così ad esempio, nella stanza che una volta era dell’amico Severn, sono raccolte le stampe di John Taylor, LeightHunt e John Reynold con i quali Keats ebbeuna fitta corrispondenza nel corso della sua vita; spiccano i ritratti in miniatura dei fratelli di Keats (Tom e George) e ci sono due immagini di Fanny Brawne, la donna che Keats amò e il cui legame venne sempre criticato dalla società del tempo. Una immagine ne ritrae la splendida silhouette, un’altra la raffigura nel fiore degli anni e un’altra ancora in età avanzata.
In questa stanza ci sono anche disegni e manoscritti, tra cui due frammenti di Lamia, il poemetto di Keats che dopo la sua morte venne tagliato a striscioline e distribuito agli amici più cari. Un’altra opera esposta nelle teche di questa stanza è l’Endimione, altra opera di Keats, su cui si possono notare le sottolineature e gli appunti di Keats.
Passando nel salone invece notiamo che questa stanza è dedicata prevalentemente ad alcuni celebri lettori di Keats e a importanti personaggi della storia: Oscar Wilde, Walt Whitman, il presidente Theodore Roosevelt e i membri fondatori della Keats -Shelley MemorialAssociation (Robert Underwood Johnson, RennelRodd e Harry Nelson Gay).In esposizione si possono notare alcuni cimeli e due busti in marmo. Per quanto riguarda i cimeli, il più curioso è sicuramente quello relativo a tre ciocche di capelli (foto in alto), rispettivamente di Keats, Shelley e Byron. Pare infatti che fosse una consuetudine dell’epoca quella di scambiarsi tra gli amici ciocche di capelli come segno di affetto. Continuando a girare per il salone notiamo tre mezzo busti in marmo, uno del 1909, opera dello scultore americano Moses Ezekiel, che ritrae Shelley, e due in gesso (uno di Shelley ed uno Keats) realizzati dallo scultore americano William Wetmore Story, l’autore della statua L’Angelo del dolorepresente al Cimitero Acattolico di Roma. Sempre nel salone, troviamo un ritratto di Shelley presso le Terme di Caracalla dipinto da Severn, un ritratto di Byron e una fotografia di AxelMunthe che soggiorno alla Keats-Shelley House nel 1833.
L’ultima stanza, che al tempo di Keats era la cucina della padrona di casa e che si affaccia sulle scale di piazza di Spagna, raccoglie oggetti legati alla vita di Shelley e Byron. Sono presenti ritratti delle donne amate da questi scapestrati romantici e cimeli appartenuti ai due poeti. Tra gli oggetti presenti vale la pena menzionare un pugnale utilizzato da Byron e Shelley durante una zuffa a Pisa (foto accanto).
Chicca del Museo è la biblioteca, che ai tempi di Keats non esisteva, e che oggi conta circa ottomila volumi, raccolti da Harry Nelson Gay, e dedicati a Keats, Shelley, Hunt e Byron. Quasi tutti i libri sono in inglese, ma ci sono anche alcune traduzioni italiane e qualche studio, sempre italiano, su Keats e Shelley. Unico neo è proprio la parte italiana, totalmente inesistente nei pannelli esplicativi dell’intero museo. Un raccoglitore presente sul davanzale della stanza di Severn, contenente schede in italiano con riferimenti numerici agli oggetti esposti, è l’unica guida per i visitatori del Bel Paese. Un po’ pochino, specialmente se si pensa che siamo in Italia. In realtà il motivo di questa assenza è che la casa di Keats è innanzitutto un Museo, un museo inglese, ed è stato concepito per essere tale. E’ frequentato principalmente da studenti (italiani e stranieri) che studiano letteratura inglese e che quindi, forse, non hanno bisogno della doppia lingua sulle didascalie degli oggetti esposti…
In nostro ciclo di articoli alla riscoperta di John Keats per il momento termina qui. Una nuova serie di articoli su………avrà inizio la prossima settimana!
Fonti:
– Keats-Shelly House, Guida, , ed. Il Labirinto2007
– http://www.keats-shelley-house.org