Classe 1961, insieme a Guillermo del Toro e Alejandro González Iñárritu, Alfonso Cuaron ha reso celebre in tutto il mondo la cinematografia messicana. Come del Toro allo scorso Festival di Cannes, Cuaron è quest’anno presidente di giuria alla Mostra del cinema di Venezia visonando e premiando i lungometraggi in concorso in anteprima mondiale.
Sbirciando nella sua filmografia è d’obbligo menzionare i film più recenti e di più grande successo: pensiamo a I Figli degli uomini, con un grandioso Clive Owen in azione su un pianeta Terra in cui l’umanità si è praticamente estinta, e Gravity, con gli astronauti Sandra Bullock e George Clooney, pellicola che nel 2014 ai aggiudica sette Oscar. Nel 2004 invece il regista dirige uno degli episodi della saga di Harry Potter : Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Una panoramica che ci fa cogliere come, la cinematografia di Cuaron abbia sviluppato nel tempo una piega fantasy/fantascientifica che non si distacca molto dalla poetica del collega e amico del Toro.
E’ del 2001 invece un film completamente diverso, che Cinefago è andato a rivedere proprio per riproporre la genesi di una visione artistica in evoluzione. Y tu mama tambien racconta la storia di due amici adolescenti messicani , Julio (Gael García Bernal) e Tenoch (Diego Luna). Benestanti e sconsiderati, alla fine della scuola devono decidere quale università intraprendere. Convinto di avere il suo destino in pugno, in completo disaccordo con la sua famiglia ricca e potente che lo vuole inquadrato ed ‘economista’, tra pericolose corse in macchina, ubriacature e spinelli con l’amico, Tenoch rivendica con forza la sua intenzione di fare lo scrittore. A dividerli dal momento delle decisioni c’è però tutta l’estate, che, grazie al gioco di destini incrociati, i due acerbi ragazzini trascorreranno in giro lungo la costa messicana insieme all’attraente e più grande cugina di Tenoch, Luisa (Maribel Verdù), la quale decide di lasciare il marito dopo tanti tradimenti, intenzionata a godersi per la prima volta una condizione di libertà e dissolutezza che Julio e Tenoch le offrono nella completa inconsapevolezza di ciò che quell’esperienza gli restituirà in termini di conoscenza di loro stessi.
Un viaggio di formazione dunque, raccontato da un lato, con la crudezza di scene di sesso esplicite, dialoghi schietti, e la durezza di movimenti di macchina a mano in balìa di distese selvagge di spiagge e oceano; dall’altro, una voce fuori campo “gentile” apre di volta in volta digressioni di racconto in merito agli stati d’animo dei protagonisti in determinati passaggi della storia e in più riassume il destino che alcuni personaggi secondari che il gruppo incontra lungo la strada, ha avuto o avrà. Come a voler far presente che le storie di ognuno sono intrecciate a tante altre, tutte inesorabilmente caduche e fragili. Percezione questa, che alla fine del film diventa chiara e al contempo, amara.
Y tu mama tambien viene nominato agli Oscar nel 2003 per migliore sceneggiatura originale.