“Chi va piano, va sano e va lontano” affermava un vecchio detto. Ma in un universo lavorativo frenetico e in continua evoluzione, a tratti esasperato, sembra sempre più difficile trovare il tempo da dedicare a se stessi, abbandonandosi a stress e ansia. In una continua competizione con i colleghi e il costante confronto con una società che “non aspetta” e non asseconda i ritmi rallentati, ecco che si affacciano insicurezze, rassegnazione e disagio. Per trovare la retta via, scienziati ed esperti di tutto il mondo ricordano che prendersi il tempo necessario per affrontare la quotidianità è essenziale, perché per essere efficaci nel lavoro e sereni nelle relazioni affettive, occorre focalizzarsi sugli obbiettivi primari. Al fine di rendere di più, occorre dunque prendersi del tempo per elaborare la strategia migliore, e proprio per questo motivo è stata istituita la Giornata Mondiale della Lentezza, che quest’anno ricorre il 7 maggio.
“Cinque minuti di lentezza al giorno possono rimettere in sesto l’individuo, perché a volte anche l’eroe ha bisogno di fermarsi a pensare, a riflettere – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obiettivi – La calma e la tranquillità stimolano il cervello a focalizzare le energie in modo efficace per costruire piani logici che conducano a soluzioni precise. È essenziale trovare un momento da vivere in base ai propri ritmi e sapersi ascoltare perché, specie nel proprio lavoro, senza esaminare attentamente le azioni risulta complesso colmare le lacune e rimediare agli errori commessi. L’azione ‘di petto’ a volte è necessaria, così come prendere decisioni improvvise, ma occorre concentrazione nel corpo e nello spirito. Come i maratoneti che nel momento dello start chiudono gli occhi e raccolgono tutta la concentrazione da incanalare nello sforzo della gara, così il nostro cervello ha bisogno di riconnettersi per potersi concentrare sui target prossimi”.
Ma la donna e l’uomo come reagiscono a questa necessità? Se le prime, grazie alle proprie doti emotive, hanno un’attitudine naturale, gli uomini, come emerge dagli studi della neuropsichiatra dell’Università della California Louann Brizendine, si comportano diversamente poiché il testosterone inibisce la paura spingendoli ad agire d’impulso. Dunque appare ancora più difficile per gli uomini fermarsi a riflettere per poter fare la scelta giusta, come ampiamente dimostrato dagli studi scientifici internazionali. La società in cui viviamo ci sprona ad essere rapidi, ci obbliga a fare tutto velocemente e come dimostrato da una ricerca apparsa sul New York Times, rallentare iniziando dal proprio respira aiuta a sentirsi meglio: il professor Chris Streeter, docente di neurologia alla Boston University, ha scoperto che bastano pochi minuti di meditazione per diminuire la tensione emotiva, grazie all’acido gamma-aminobutirrico, l’ormone “della calma”.
Come diceva il filosofo Arthur Schopenhauer “Tutto ciò che è squisito matura lentamente”, oggi sempre più aziende hanno capito la “necessità di lentezza” e la tendenza negli ultimi anni si sta sviluppando proprio in questa direzione. Sul Times infatti è stata pubblicata la ricerca del professor Peter Bacevice della University of Michigan in cui racconta come ha aiutato le aziende americane a comprendere l’utilità della flessibilità perché: “La filosofia dello slow-work contrasta l’insostenibilità del fare tutto nel più breve tempo possibile, dando un’alternativa che ridà energia alle persone e permette di allineare le proprie priorità lavorative e personali e sviluppare la creatività a lungo termine”.
“Tutti hanno bisogno di lentezza: dal capo all’impiegato, perché l’interconnessione quotidiana conduce le persone alla psicosi – prosegue la master coach Marina Osnaghi – Dunque l’individuo ha necessità di dedicare almeno cinque minuti al relax mentale. Per raggiungere gli obbiettivi prefissati è necessario focalizzarsi sugli impegni davvero importanti e per sapersi districare occorre la dovuta concentrazione. Come infatti è emerso dallo studio congiunto dell’Università di Chicago, Pennsylvania, Harvard e Northwestern la meditazione aumenta del 44% i rendimenti scolastici degli studenti e al contempo diminuisce comportamenti violenti. Dunque, è corretto insegnare l’arte della lentezza ai più giovani affinché conoscano l’importanza del lavoro a ritmi meno frenetici”.
Ecco infine il decalogo della Master Coach Marina Osnaghi per trarre giovamento dalla lentezza:
1) Concedersi il tempo di pensare
2) Fare il punto della propria condizione
3) Bilanciare i pro e contro
4) Scegliere un obiettivo
5) Riassumere la propria situazione
6) Decidere come agire
7) Chiedere se è necessario un aiuto
8) Prendere l’iniziativa
9) Determinare le risorse a disposizione
10) Valutare i risultati per fare il passo successivo