E’ un dovere morale fermare, come una fotografia, momenti in cui l’uomo ha dimenticato la sua umanitÃ
La seconda guerra mondiale oltre ad aver devastato l’Europa e spento sui vari teatri di guerra milioni di vite fra militari e civili, ha anche generato una delle ferite più oscure sull’animo dell’umanità . Gli orrori generati dall’uomo nel secolo scorso hanno prodotto un’infinita di brutture e segni indelebili nella memoria collettiva, che sembra quasi impossibile poter dimenticare. Eppure la storia ci insegna che anche mostruosità come lo sterminio di milioni di persone può essere se non dimenticato accantonato, lasciato nella soffitta della memoria collettiva. Questo può succedere per vari motivi, come la scomparsa dei testimoni, l’indifferenza che sempre più impregna la società moderna e l’accumularsi di altri tanti piccoli e grandi orrori, che l’uomo sembra quasi collezioni come se non sapesse imparare dagli errori passati. Così diventa un dovere morale fermare come una fotografia questi momenti in cui l’uomo ha dimenticato la sua umanità per trasformarsi in un pozzo nero. Così il giorno della memoria accende ogni anno una candela importantissima nel ricordo collettivo su uno dei momenti più neri della nostra storia. Le celebrazioni ufficiali si sono aperte al Quirinale con una cerimonia cui a partecipato il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Nel 65/mo anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di Auschwitz, la cerimonia ha visto la partecipazione delle alte cariche dello Stato, degli amministratori locali e di molti sopravvissuti con i loro familiari. Alla cerimonia sono stati invitati anche gli studenti che hanno partecipato al concorso dedicato all’approfondimento della conoscenza della Shoah. Ospite d’onore il premio Nobel Elie Wiesel. Durante la cerimonia il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Renzo Gattegna, ha ricordato la tragedia dello sterminio degli ebrei, è intervenuto anche il sottosegretario all’istruzione, Giuseppe Pizza. Il Presidente della Repubblica ha premiato le scuole vincitrici del concorso e ha conferito una medaglia d’oro al merito civile alla memoria della signora Emilia Marinelli Valori, la quale tra il 1938 e il 1945, a Meolo (Venezia) “a rischio della propria vita offrì sostegno alle forze partigiane e organizzò un’attività clandestina per dare ospitalità e assistenza a molti ebrei e ad altri perseguitati, che riuscì a sottrarre alla deportazione e alla morte”. La medaglia è stata ritirata dal figlio della donna Giancarlo Elia Valori. Durante la cerimonia sono state consegnate altre 80 medaglie ai sopravvissuti. Il Presidente Napolitano ha voluto la cermonia al Quirinale perché è la casa degli italiani ed ha spiegato che è bello sentire qui la voce dei ragazzi che hanno studiato la resistenza, la guerra e l’epilogo tragico dello sterminio degli ebrei. Vedere come si sono dedicati a questo studio è motivo di conforto per noi”, ha concluso con la voce incrinata dalla commozione. L’esperienza della Shoah, della deportazione e dello sterminio degli ebrei “é una tragica esperienza ancora carica di insegnamenti e di valori”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale ringraziando con commozione gli studenti che si sono impegnati ad approfondirne la conoscenza. “E’ motivo di concorso per noi. Noi non chiediamo di meglio per trasmettere il testimone, a nome dello Stato, ai giovani”.
Mariuccia Manganelli