Phobos e Deimos potrebbero essere le uniche sopravvissute all’impatto di un corpo celeste con la superficie di Marte un evento che avrebbe generato una miriade di lune, oggi scomparse.
E’ questa la conclusione di uno studio condotto da Royal Observatory of Belgium che ha indagato il processo di formazione delle due lune
Phobos e Deimos hanno catturato l’attenzione della comunità scientifica per la loro forma e per le ridotte dimensioni del loro diametro: 22 chilometri per Phobos e 12 per Deimos. Così piccole da far supporre che fossero in realtà due asteroidicatturati dal pianeta.
La teoria che collega la formazione delle due lune con l’impatto di un oggetto celeste di circa 2000 chilometri di diametro è supportata dai parametri orbitali e dalla rotazione sincrona di Phobos e Deimos con quella di Marte. Come ulteriore prova l’esistenza di Vastitas Borealis, il bassopiano che occupa due quinti del pianeta formato dall’urto con il gigantesco oggetto.
Le simulazioni al computer degli astronomi hanno dato una spiegazione alla scomparsa delle molte altre lune che si sarebbero formate subito dopo l’impatto.
La colpa sarebbe da attribuire all’azione delle forze di marea provocate dal campo gravitazionale di Marte che le avrebbe disgregate facendone precipitare i resti sulla superficie. Gli scienziati ritengono che lo stesso destino sarà riservato anche a Phobos, in un arco temporale che va dai 20 ai 40 milioni di anni, dato che la sua orbita si restringe di circa due centimetri ogni anno. Per la conferma o la smentita delle teorie sulla formazione delle due lune, dovremo aspettare il lancio missioni che avranno come obiettivo la raccolta di campioni dalla superficie di Phobos o Deimos.