L’ora di religione fa media nel credito scolastico per gli alunni che, con la loro scelta, ne fanno materia obbligatoria. Promise che si sarebbe battuta fino in fondo
Il “Consiglio di Stato ha accolto le nostre posizioni” – informa Il ministro – i giudici amministrativi hanno ribaltato la sentenza del Tar Lazio della scorsa estate Il Consiglio di stato ha riconosciuto la legittimità delle ordinanze nelle quali si stabiliva che ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, determinato dalla media dei voti riportati dall’alunno, occorreva tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione”. Questo perché ha valutato che l’alunno sceglie di avvalersi di questo insegnamento, la materia diventa per lui obbligatoria e concorre, quindi, all’attribuzione del credito scolastico”.
Con la sentenza numero 7076 dello scorso mese di agosto il Tar Lazio accolse i ricorsi presentati, a partire dal 2007, da alcuni studenti, supportati tra l’altro da diverse associazioni laiche e di confessioni religiose non cattoliche. Essi chiedevano l’annullamento delle ordinanze ministeriali firmate da Fioroni e adottate durante gli esami di Stato del 2007 e 2008.
I Consigli di classe, per questo anno scolastico, in vista degli esami di stato dovranno attribuire il credito scolastico (8 punti per la terza, 8 per la quarta e 9 per la quinta) tenedo conto anche del giudizio del prof di religione, che concorrerà alla determinazione del credito, solo per chi se ne avvale logicamente. Coloro che non seguono le lezioni di religione, ovviamente, non avranno né giudizio né credito. Sarà nei prossimi giorni lo stesso ministero a chiarire le modalità di applicazione del provvedimento.
Mariuccia Manganelli