La fuga di profughi dall’Afghanistan e l’ accoglienza che daremo loro con il passare dei giorni e delle ora sta diventando il tema caldo del dibattito nazionale ed internazionale nato intorno ai fatti d’Afghanistan di ferragosto. Già arrivano, in verità anche subito nelle prime ore in barba a qualsiasi concetto di pietà umana, i distinguo e le pretese di forze politiche già ben note per le posizioni che hanno sempre assunto sui flussi migratori.
Che le forze di destra sovranista in Italia e nel mondo si attacchino a motivazioni quanto meno fantasiose sui migranti per negare il loro diritto all’accoglienza così come stabilito dai trattati internazionali è finanche normale e bisogna riconoscere loro una medaglia alla coerenza.
Sempre incapaci di leggere la realtà se non mediante gli occhiali miopi di chi ha paura che il sedere gli rubi la camicia nei pantaloni anche in questa occasione non si sono affatto smentiti.
La fuga di profughi dall’Afghanistan: l’accoglienza dove
Accogliere è un verbo che non esiste nel vocabolario di chi prima cantava contro i meridionali e poi il dagli all’immigrato.
Certo il sistema di accoglienza per i flussi migratori in Italia ha delle falle grosse come il cratere del Vesuvio, i casi di organizzazioni no profit, sulla carta, che hanno approfittato della situazione sulle spalle di questa poverissima gente lucrando su letti, pasti e vestiario sono alle cronache giudiziarie e non da anni ormai.
Che il sistema di welfare dedicato basato sulla delega dello Stato a privati di tutto quanto concerne l’accoglienza, con la conseguente deresponsabilizzazione della P.A, è palese a tutti e che le critiche pretestuose di chi non vuole accogliere si basa su questi dati distorti ed utilizzati a piacimento attraverso azioni sui social a dir poco discutibili ma da cui sono nate vere e proprie leggende metropolitane è altrettanto indubbio.
Ora non occorre accapigliarsi, ora occorre fare ognuno nel proprio piccolo per cercare di alleviare le sofferenze di un popolo prima irretito da venti anni di promesse e poi scaricato ed abbandonato a se stesso nelle mani di chi era stato definito aguzzino dalle forze di occupazione del Paese.
La fuga di profughi dall’Afghanistan: l’accoglienza un dovere
Noi dobbiamo accogliere, noi come occidente siamo in debito con il popolo afghano. Senza se e senza ma! Corridoi umanitari ha chiesto Papa Francesco e i corridoi umanitari sono il primo mezzo da mettere a punto immediatamente affinché non dobbiamo portare sulla nostra coscienza altri migliaia di morti, imprigionati e torturati.
C’era altre vie? Certo che c’erano, ma ora la situazione è questa e come tale va affrontata fuori dalle scemenze sovraniste.
Gino Strada
“La sanità deve essere solidarietà verso chi sta male”
Parafrasando le parole del fondatore di Emergency che in Afghanistan ha dato la sua vita, noi dobbiamo solidarietà a chi sta male e chiunque alza il ditino per dire il contrario va zittito senza remore di falsa democrazia perché in un corridoio umanitario non si può fare distinzione di sesso, età, appartenenza civile e religiosa. Un corridoio umanitario è una speranza e noi non abbiamo nessuno diritto di concederla o negarla secondo il nostro utile, specie politico elettoralistico.