Il PAN, la nuova normativa nazionale sulla sostenibilità dell’agricoltura, fornisce gli strumenti per la valorizzazione delle nostre produzioni agricole, iniziando un processo rivoluzionario nella promozione delle stesse rispetto al torpore degli anni scorsi.
Infatti, ormai da più di 20 anni l’agricoltura italiana, quella convenzionale, quella senza bollini o certificazioni, che rappresenta la grande maggioranza di ciò che finisce sulle tavole degli italiani, opera secondo procedure e metodi produttivi di elevato livello grazie alla devozione, all’impegno e alle competenze dei propri operatori, a partire dalle aziende agricole fino a coinvolgere tutto il mondo di tecnici specializzati, rivenditori di mezzi tecnici e di prodotti agricoli che costituiscono l’insieme dell’agricoltura italiana.
Compag, la federazione nazionale delle rivendite di mezzi tecnici, cereali e oleaginose, da sempre assiste le aziende agricole -attraverso i propri tecnici che costituiscono un network invidiabile di competenze- nello sforzo di ottenere produzioni di qualità per soddisfare le richieste di un mercato sempre più esigente e differenziato che non richiede solo prodotti di buon sapore ed aspetto, ma anche e soprattutto prodotti salubri, ottenuti con tecniche rispettose dell’ambiente e del consumatore.
Il rispetto dei disciplinari di produzione integrata elaborati dalle Regioni, disciplinari che limitano l’impiego dei prodotti per la difesa e che al contempo si aprono ai concetti di salubrità e di rispetto dell’ambiente, è la pratica comune applicata con impegno e con tutte le difficoltà del caso dalle nostre aziende e dai nostri tecnici ormai da oltre 20 anni.
Ma è da più di 20 anni che tutto questo non trova la valorizzazione che merita perché il consumatore non è debitamente informato. Da più di 20 anni il mondo agricolo attende uno strumento in grado di portare alla luce la grande competenza del sistema agricolo italiano e la bontà delle sue produzioni. Questo strumento lo sta fornendo il PAN. E’ in seguito all’emanazione del PAN, infatti, che il Ministero delle Politiche Agricole ha istituito un marchio di qualità noto con la sigla SQNPI (Sistema Qualità Nazionale di Produzione Integrata) che accompagnerà le nostre produzioni agricole sugli scaffali dei supermercati.
Una “iniziativa molto importante” asserisce il presidente di Compag Fabio Manara “che la federazione Compag appoggia fattivamente attraverso la competenza dei propri tecnici che assistono le aziende agricole. Ma vi è un aspetto fondamentale per la buona riuscita del progetto. Si chiama “formazione”. Formazione di agricoltori, tecnici e rivenditori per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che il PAN ha istituito obbligatoriamente demandandone, purtroppo, l’applicazione alle Regioni”. Purtroppo, perché già da un anno le Regioni avrebbero dovuto attivare i corsi, invece ancora oggi la burocrazia ne impedisce l’attuazione in maniera sistematica e omogenea sul territorio nazionale. “Troppo spesso gli operatori devono attendere mesi prima di trovare un momento formativo disponibile e, una volta terminato il corso, non è raro che passino altri 40 o 60 giorni prima che l’utente possa ricevere il certificato abilitativo” continua Manara.
Incredibilmente vige un mancato riconoscimento reciproco della formazione tra Regioni, benché il certificato finale sia valido a livello nazionale, come dice il PAN, e benché i contenuti siano uniformi a livello nazionale. Vige una mancata attivazione della formazione a distanza (FAD) prevista dal PAN; vige un mancato coordinamento delle procedure di emanazione dei certificati tra le Regioni; vige in altre parole l’incapacità di applicare la giusta norma, il PAN. Questi sono i tarli contro i quali Compag instancabilmente combatte dall’entrata in vigore della stessa, ovvero da oltre un anno, ottenendo risultati minimi per la sordità delle amministrazioni che vedono nelle lungaggini burocratiche lo strumento per giustificare le loro stesse inadempienze