La rassegna ‘La filosofia interroga la scienza‘ nella sala Marconi del Cnr di Roma, Remo Bodei, Università UCLA, Los Angeles, discuterà sul tema ‘Pensiero e Macchina‘
In origine il termine mechané significa ‘astuzia’, ‘inganno’, ‘artificio’. Soltanto più tardi viene a designare le macchine semplici (leva, carrucola, cuneo, piano inclinato, vite), le macchine da guerra e gli automi. Ma perché la macchina eredita i significati dell’astuzia e dell’inganno, di ciò che è ‘contro natura’. Perché per lungo tempo, non si riesce a spiegare il ‘miracolo’ del suo funzionamento, ad esempio il fatto che la leva, con piccolo sforzo, permette di sollevare grandi pesi?
Solo con Galileo ci si comincia a rendere conto che per padroneggiare la natura bisogna invece servirla, piegarsi alle sue leggi e alle sue ingiunzioni, traendo profitto dalla loro conoscenza. La meccanica diventa una scienza esatta, ‘razionale’, perché si scoprono le leggi precise che descrivono i suoi fenomeni. Per la prima volta le macchine possono essere progettate attraverso calcoli esatti mentre l’uomo si serve delle energie naturali (vento, acqua, vapore, elettricità, atomo) per i suoi scopi.
Si affronterà nello specifico il problema dell’origine delle calcolatrici meccaniche e dei ‘pensieri ciechi’, che rappresentano una premessa alla nascita dell’informatica nel più ampio quadro dell’idea di macchina e della sua storia.