La Festa della Mamma è un’occasione speciale per celebrare l’amore più grande e incondizionato che esista: quello di una madre. In questa giornata speciale, parole e gesti di affetto si intrecciano per esprimere la profonda gratitudine per tutto ciò che le mamme fanno per noi. Ecco allora una selezione di quattro poesie dedicate alle mamme, ognuna con il suo stile e la sua emozione, pronte a commuovere e a far breccia nel cuore di ogni mamma.
La… Ma Ma Ma Ma… (di Leo Vale)
Nel suono ho trovato la vita.
Ché il suono era vivo, era voce,
LA: lingua danzante: il mio cielo
saliva e lambiva di luce.
MA: sapido bacio, di bocca
socchiusa che sillaba il mondo:
il verbo che vibra profondo:
il suono del nome del mondo…
Il magico nome del mondo:
radice del nome nascosto.
Radice del nome di mamma.
MA: dubbio esitante e sapiente,
dolcissimo suono, secondo
nel tempo soltanto a quel pianto
neonato, composto con l’urlo
del parto nel nome di un dio
che è stato sarà e chissà s’è.
MA primo morfema cosciente
del senso del mondo e del sé.
MA suono nel nome di madre:
vero verbo di Dio
sulla bocca dei figli
e di chi ha ben presente
il suo orto e il suo oriente.
A mia madre (di Grazia Fresu)
Che peccato, mamma
che tu non possa più leggere
i miei versi per te,
che tu non sappia come
il legame tra noi continua,
io spazzolo i tuoi capelli d’oro
cerco il mare nei tuoi occhi,
quel verde unico di bellezza
e speranze che avrei voluto nei miei,
sento che nella mia voce
divenuta roca come la tua
s’innesta il racconto
del tuo amore di madre,
che peccato non poterti dire
che il mio amore di figlia conserva
di te persino I tuoi ricordi di bambina
i tuoi dubbi di donna
e non c’è niente, mamma, che da te
mi separi nella vita diversa dalla tua
che mi è toccata in sorte.
Non so dove sei, se ancora esisti
in qualche punto dell’Universo
ma forse non c’è nessun peccato
cui possa appellarmi per rimpiangerti
perché tu in qualche modo misterioso
sai che ti amo.
Quel giorno al mare (di Mariella Balla)
Sotto c’era il mare col suo rumore,
sopra mia madre con la sua festa,
Stavano uno sopra l’altro
senza ingombrarsi .
Il cielo per quella volta
andò sotto sotto ,
Ma sotto sotto non era contento
e borbottava , mia madre che
così anziana
capiva la natura, disse
” ma non vuole mica piovere ? “
Così spostai il cielo
e lo misi sopra.
Allora ricominciando:
Il mare sotto, mia madre sopra,
il cielo ancora più sopra.
Poi ci collocai il sole,
ma litigo’ con la nuvola,
feci da paciere e la nuvola coprì
solo mezzo sole.
Dunque eravamo al mare con mia madre,
il cielo, la nuvola, il sole,
e sopra di tutto, credetemi,
splendeva l’amore.
Alla madre (di Mp Pudino)
Quando di sera
rientro nel mio guscio, con la schiena
pesante e gli occhi
sulle ombre, quando avverto
nel profumo del freddo
gli aghi
dei rimorsi, quando
mi richiudo
nella casa dei sogni,
solo, senza più luci, senza
più dolore, la tua mancanza è viva…
Cresce
nel rumore del tempo. Orfano
o abbandonato? Quando
dovrò fuggire, almeno allora,
riprendimi
per mano, avvolgimi
con il tuo sguardo, aiutami.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine