Tra maledizioni e leggende
La Fanciulla degli ori di Laura Marinaro edito da Mursia è un nuovo caso avvincente che si snoda tra Milano e Altamura. Tra luoghi rinomati per il food e il fashion si consumano due omicidi su cui si trova a indagare Caterina Ferrari, giovane archeologa neo assunta. Una maledizione legata a una scoperta archeologica e un serial killer sono gli ingredienti principali del libro che si arricchisce con una intensa esplorazione dell’animo umano e delle sue ombre più oscure…
«Sono una giornalista crime e posso garantirvi che spesso la realtà supera di molto la fantasia. Tuttavia scrivere un giallo per me significa dare spazio alla creazione di personaggi sempre nuovi e sorprendenti e potermi dedicare alla descrizione di luoghi a cui sono affezionata, come in questo caso Milano e Altamura». dichiara l’autrice
Caterina Ferrari, giovane archeologa neo assunta come ricercatrice nel nuovo Museo delle Scienze Antropologiche di Milano, nipote di Alina Ferrari, ex colonnello dei Carabinieri, si trasferisce temporaneamente ad Altamura per la vendita di una casa di famiglia nel centro storico. Nella cittadina famosa per il pane, Caterina si trova suo malgrado a fare una sensazionale scoperta archeologica, ma anche a dovere «indagare» su due omicidi legati in qualche modo proprio al museo e all’antica maledizione seguita alla scoperta della Fanciulla degli ori.
Come di consueto, ringraziamo Laura Marinaro per l’intervista che ci ha permesso di scoprire qualcosa in più sul romanzo e sul suo interessantissimo lavoro.
La Fanciulla degli ori di Laura Marinaro
Salve Laura, lei è una rinomata giornalista che da tanti anni si occupa di crimini e gialli. Quando si è resa conto che era arrivato il momento di scrivere storie mai accadute e inventate? Cos’è che le ha fatto scattare la scintilla?
La scintilla è scattata con la storia che mi ha cercato, la storia di un allerta maremoto a Varigotti del 1971 e di un fumetto, poi sono arrivati i personaggi che mi hanno chiesto di dare loro la vita. Sembra strano, ma scrivere un giallo, un romanzo è questo: creare qualcosa che non esiste ed è completamente diverso da riscrivere una storia vera, un true crime o un articolo ovviamente.
Nel suo nuovo giallo non ci sono solo omicidi ma anche leggende e antiche maledizioni. E’ la prima volta che inserisce nei suoi romanzi l’elemento della storia antica?
Così tanto antica, sì. Nel primo giallo tornavo indietro di 50 anni raccontando persone e luoghi dell’epoca, questa volta la vera storia della scoperta archeologica relativa alla Tomba della Fanciulla degli ori che esiste nel Museo Archeologico di Altamura è stato lo spunto per “ricamare” sopra molto altro…
La Fanciulla degli ori si snoda tra Milano e Altamura. C’è un motivo particolare per cui ha scelto queste due città?
Milano è la città che ho scelto a 18 anni per studiare, sono laureata in Lettere in Cattolica, e che amo profondamente, la città che mi ha fatto crescere e realizzare un sogno. Altamura è la città culla, che mi ha dato i natali e i primi 18 spensierati anni di vita. Ne sono ancora legata anche perché ho i miei genitori, mia sorella e tanti amici e parenti là.
Secondo lei, perché i crimini attirano le persone, a volte quasi in maniera morbosa? Si è fatta un’idea in tanti anni di attività?
Non credo sia morbosa l’attrazione, ma naturale in quanto noi tutti siamo per metà fatti di male (potenziale) e quindi noi tutti vogliamo capire perché la storia apparentemente banale di una persona “normale” può trasformarsi in un delitto. È la “banalità” del male ad attirarci e la consapevolezza spesso latente che tutti possiamo uccidere o essere uccisi.
Qual è la parte che le piace di più quando scrive un giallo, quella che le da maggiore soddisfazione?
La creazione della storia e la descrizione dei personaggi e dei luoghi. Ovviamente anche il racconto dell’indagine è sempre al centro, così come quello dei delitti. Nel primo caso ho scelto la terza persona, mentre nel secondo mi sono misurato con la prima persona, spero piaccia ai lettori.