Alcune brevi indicazioni su come differenziare i rifiuti.
Da mesi, nelle tv e sui giornali non si fa altro che parlare della necessità di differenziare i rifiuti, per evitare che le discariche ricevano un surplus di spazzatura dal lungo e difficile smaltimento. Soltanto in questo modo, infatti, è possibile avviare un duplice processo: riciclare i rifiuti, senza che essi vengano, così, dispersi nell’ambiente, e un contestuale uso di strutture di trasformazione dei rifiuti stessi, altrimenti non utilizzabili in presenza di materiale riciclabile. La regione Campania, gravemente colpita dalla crisi delle ultime settimane, è, tuttavia, ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo di una completa differenziazione della spazzatura. D’altra parte, se è vero, come riportato dal S.I.R. (Sistema Informativo Rifiuti, reperibile sul sito della Provincia di Napoli www.provincia.napoli.it), che vi sono comuni virtuosi come Grumo Nevano, in cui la differenziata costituisce il 60% dei rifiuti, è altrettanto vero che realtà limitrofe, come Arzano, non raggiungono il 13%, mentre comuni come Quarto sono fermi ad uno scarso 6%. E’ chiaro che, in circostanze simili, qualunque discorso inerente al riciclo e alla trasformazione dei materiali non può che finire nel vuoto. Pertanto, sarà opportuno che le istituzioni avviino un percorso informativo e formativo volto al raggiungimento di risultati ottimali e funzionali ad un corretto smaltimento dei rifiuti. Alcune indicazioni potrebbero, però, essere utili a chi volesse iniziare, nel suo piccolo, a contribuire alla causa della raccolta differenziata. Nonostante si parli continuamente del problema, infatti, le informazioni circa un corretto modo di differenziare l’immondizia sono abbastanza scarse. Sappiamo, in effetti, che esistono cinque principali tipologie di cassonetti:
1) I cassonetti bianchi, destinati a contenere i materiali cartacei: giornali, riviste, libri, qualunque tipologia di cartone, scatole per alimenti e persino il tetrapak (il materiale tipico delle buste di latte, per intenderci). Tutti i materiali cartacei sporchi di cibo, oltre a pellicole di cellophane, fazzoletti usati e carte plastificate o parzialmente ricoperte di alluminio non devono essere inserite in questi cassonetti.
2) I cassonetti gialli, in cui vanno inseriti i materiali plastici quali flaconi di detersivi e bagnoschiuma, bottiglie dell’acqua e del latte, lattine di bevande e bombolette spray, cellophane, nonché qualunque contenitore e vaschetta di plastica, alluminio e di metallo. E’ importante, però, non inserire in questi contenitori stoviglie monouso, dai piatti ai bicchieri, assolutamente non riciclabili e i cui tempi di biodegradabilità , secondo l’ASIA, vanno dai cento ai mille anni.
3) I cassonetti verdi, cui sono destinati tutti gli oggetti di vetro.
4) I cassonetti blu, per i materiali organici o “umidiâ€, quali scarti di cucina, frutta, verdura, piante e fiori. Parte consistente dei rifiuti casalinghi, gli umidi potrebbero essere trasformati in compost, un fertilizzante completamente naturale utilizzabile per giardinaggio e, in generale, coltivazioni domestiche.
5) In ultimo, vi sono i contenitori per pile e medicinali scaduti, reperibili, rispettivamente, presso i tabacchi e le farmacie.
Naturalmente, vanno, poi considerati i tradizionali cassonetti grigi, cui è destinata tutta la spazzatura non riciclabile. C’è, poi, da fare attenzione ad altre tipologie di materiali particolari non riciclabili: i cosiddetti “ingombrantiâ€, ovvero tutti quegli oggetti di grosse dimensioni, come elettrodomestici e mobili, i “tossiciâ€, costituiti, ad esempio, dai toner delle stampanti, e i materiali di risulta dei cantieri edili. Per smaltire tali rifiuti, è necessario rivolgersi direttamente all’azienda di riferimento, l’ASIA, che provvede al loro ritiro. Dalla breve ricostruzione di una corretta raccolta differenziata, risulta evidente come la regione Campania sia ancora indietro. Non a caso, le piazzole destinate ai “contenitori colorati†sono poche e spesso addirittura carenti: risultano praticamente assenti, ad esempio, i contenitori per l’umido nel centro di Napoli. La strada per la risoluzione della crisi è, dunque, lunga e, senza un progetto serio, nelle idee quanto nella strutturazione, ancora molto difficile.