Una patologia dalle mille sfaccettature, definita come uno dei mali del secolo nostrano, gran parte della popolazione mondiale ne è affetta e il più delle volte senza manco esserne a conoscenza. E’ ben risaputo che la depressione quando arriva, non “bussa”, il senso di smarrimento e pessimismo che aleggia intorno, porta all’interno di un baratro in cui senza il valevole aiuto di esperti, è difficile uscirne.
Cosi, interessati al problema, un team di studiosi del dipartimento di psichiatria del Hospital District of Southern Savo in Finlandia, ha cercato di andare a fondo, analizzando un campione di 3000 persone ambosessi, dividendoli in due gruppi: quelli affetti da pessimismo cosmico e gli altri colpiti da ansia e bassa autostima.
I ricercatori guidati dal professor Jussi Seppl, hanno scoperto che i pazienti tristi e malinconici sono carenti di folati e vitamina B12, infatti tendono a lasciarsi andare e non curare la propria dieta alimentare.
Come si legge nel comunicato dell’University of Eastern Finland, scritto dal dottor Seppl: “I risultati hanno implicazioni pratiche nella cura dei pazienti con sintomi depressivi. Per esempio, può essere saggio evitare trattamenti farmacologici che causino un aumento di peso tra i pazienti con depressione non-melanconica, mentre i sintomi depressivo-melanconici possono richiamare uno sguardo ravvicinato circa la qualità della dieta del paziente”.
Detto ciò, diventa fondamentale introdurre all’interno della propria alimentazione cibi contenenti folati e vitamine, che garantiscono miglioramenti negli stati di sconforto e ansia. Non a caso, gli specialisti suggeriscono di assumere almeno 3 microgrammi di B12 al dì.