Confommercio ha pubblicato alcuni dati sullo stato dell’economia italiana. Il quadro che emerge sembra più grave del previsto, delineando uno stato di crisi con notevoli segnali di avanzamento. Su tutto, spicca la sensibile riduzione del potere di acquisto delle famiglie italiane come conseguenza di una sensibile diminuzione del credito: dal 2008 la capacità di spesa delle famiglie è diminuita del 13.4%, con una revisione di spesa pari a 2.967 euro annui.
Meno uscite, insomma. Gli italiani avrebbero rivisto un numero crescente di consumi, anche quelli di prima necessità. Per avere un’idea: dal 2008, il settore alimentare avrebbe conosciuto una contrazione dei consumi pari al 10.4%, per ad una mancata spesa complessiva di 14.2 miliardi di euro. Ma sono persino più allarmanti i dati sulla spesa nel settore della salute, che dal 2008 avrebbe registrato una caduta del 23.1%, ovvero circa un quarto in meno della spesa di sette anni fa.
Non solo. Con l’inizio dell’anno scolastico, le famiglie italiane starebbero sostenendo una spesa complessiva, tra libri e materiale, di circa 1.000 euro per ogni figlio. Davanti ad una situazione economica sempre meno serena, si sta facendo ricorso a formule di prestito e rateizzazione anche per i libri.
I dati pubblicati da Confcommercio tracciano un quadro che potrebbe apparire esasperato. In realtà, la difficile condizione economica del Paese è confermata anche dall’Unione Europea, che tramite la Commissione sulla competitività in Europa ha pubblicato un rapporto piuttosto preoccupante. Il crollo dei consumi avrebbe intaccato anche settori che hanno rappresentato per anni un solido riferimento dell’industria italiana, come gli elettrodomestici, le auto e le calzature. E il dato sulla contrazione globale della produttività industriale è allarmante: -25% dei livelli pre-crisi.