Ricordate quando all’indomani dell’invasione dell’Ucraina abbiamo visto i nostri supermercati svuotarsi all’improvviso? Bene, oggi vogliamo parlare di un fenomeno reale che con quell’atteggiamento c’entra poco. Vogliamo parlare della crisi alimentare che potrebbe raggiungere dimensione mondiale e di cui oggi vediamo già i primi segnali. Un fenomeno che alcuni angoli del mondo conoscono bene e che quest’ultima guerra sta solo aggravando.
Prezzi alle stelle
Il primo segnale della crisi alimentare, il più immediato, è senza dubbio il rincaro dei prezzi delle materie prime. Sappiamo perfettamente che gli aumenti erano iniziati già negli ultimi mesi del 2021, per effetto della pandemia, e che hanno proseguito la loro corsa con lo scoppio della guerra in Ucraina. Sappiamo anche che l’effetto si è propagato a largo raggio un po’ su tutti i beni di consumo. Lo step successivo sarà la totale mancanza di materie prime, dal gas al grano. Una mancanza accentuata da tre fattori fondamentali. Il primo sono senza dubbio le sanzioni che vietano alla Russia di rifornire i Paesi stranieri, per esempio, di grano e olio di semi di girasole. Il secondo è la decisione dell’Ungheria di bloccare le esportazioni di grano per provvedere al fabbisogno interno. Il terzo è la chiusura dei porti ucraini, nelle città ora assediate, dai quali prima partivano i rifornimenti sempre di grano.
Effetto guerra?
C’è di più. Se la guerra non finirà presto, l’Ucraina potrebbe vedere inutilizzabili i suoi terreni solitamente adibiti alla coltivazione di cereali, per cui non sarà in grado di effettuare la prossima semina. La guerra è l’unica responsabile della crisi alimentare? No. Veniamo da un inverno asciutto, anzi siccitoso, che avrà enormi conseguenze sulle operazioni agricole tipiche della primavera. L’uso di pesticidi e il sistema di coltivazione intensiva hanno impoverito i terreni per cui bisogna trovarne altri. Le alte temperature estive rischiano di sfinire le colture oltre che richiedere dosi più massicce di acqua. Parlando di siccità non possiamo non citare l’Africa che nella sua regione centro orientale (detta corno d’Africa) ha sperimentato, infatti, in questi mesi una siccità come non si vedeva da quarant’anni.
La crisi alimentare mondiale: chi ne soffrirà maggiormente
L’Africa, che con la fame convive da tempo immemore, dipende dal grano prodotto nei Paesi oggi in guerra. Da Russia e Ucraina la FAO acquista il grano per il programma alimentare ONU a favore delle popolazioni in via di sviluppo. Risultato? I Paesi che per primi risentiranno della crisi alimentare saranno Etiopia, Kenia, Somalia (solo per fare un esempio) dove non ci sono terreni da destinare alla coltivazione di cereali (come per esempio da noi). Mentre in Europa potremo contare su supermercati pieni, aria condizionata a piacimento, tre dosi di vaccino anti Covid (per chi ha scelto di farlo), nel continente nero la situazione sarà ancora più nera. Come sempre.