Pula Elena Liguori couturier di grande esperienza , ci racconta la bellezza di questo mestiere dimenticato. Passione creatività, tecnica, arte ed un profondo amore per il proprio lavoro, sono alcuni degli ingredienti che possono fare la differenza . Grazie alla community LeRosa un progetto benefit, che sostiene la collaborazione e lo sviluppo tra le donne che vogliono dare vita ai loro progetti, Paula Elena ci ha fatto conoscere il mestiere della Couturier.
“La moda la possiamo tranquillamente dettare anche noi” , come farlo? Alcuni importanti passaggi ce li racconta in questa emozionante intervista.
Paula ci racconti la tua professione da couturier?
È la professione di quello che era il sarto una volta; cioè uno stilista, un modellista, un sarto, un consulente e anche una guida agli acquisti.
L’Italia è famosa per questa professione, sicuramente verranno in mente grandi nomi che fanno questo lavoro a tutto tondo. Purtroppo abbiamo iniziato ad avere un “vuoto” nel tramandare la tradizione attorno agli anni ’70. L’industrializzazione ha preso il sopravvento, oscurando il valore delle nostre sartorie specializzate e di questa antica arte che ha lanciato l’Italia nel firmamento della Haute Couture, ufficialmente il 12 febbraio 1951.
In quella data si tenne la prima vera sfilata di alta moda italiana ad opera di Giovanni Battista Giorgini. L’evento ebbe luogo nella sua abitazione privata e, dato il grande successo, in seguito si trasferì nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Come nelle grandi case di moda, anche nel mio piccolo sono richiesti gli stessi processi e le stesse qualifiche.
È necessario che io analizzi sia la richiesta che la personalità, oltre alle caratteristiche fisiche, ai gusti della persona e che proponga qualche idea fra le quali scegliere.
Poi si passa alla ricerca dei tessuti adatti, al disegno dei modelli, allo sviluppo dei cartamodelli. I passi successivi sono quelli di piazzare e tagliare il tessuto, approntare le prove abito e alla fine la confezione. Spesso mi viene anche chiesto di provvedere agli accessori. Ho degli aiutanti esterni, sarti da donna e da uomo (quest’ultimo di antica scuola napoletana).
Mi resta poco tempo per le fotografie e le pubblicazioni social, so che devo migliorare sotto quell’aspetto.
Da dove nasce la tua formazione ?
Ero spesso, devo dire malvolentieri, nella piccola della sartoria di mia madre che era sarta di antica alta scuola italiana.
Stare seduta ore a tirare i “punti lunghi” forse non era proprio la mia aspirazione di bambina e poi le mie amichette facevano altro. Ma volente o nolente ho dovuto imparare. Sono cresciuta in mezzo a spilli, tessuti, cartamodelli e vestiti di mia madre. Alle pareti i quadri di mio padre e nell’aria la sua musica di cantante. In seguito ho lavorato qualche anno nell’industria della confezione e in alcune sartorie sia da uomo che da donna. Ho trascorso anche 6 mesi a fianco di una sarta con un’esperienza di oltre 50 anni e che ha lavorato nelle migliori sartorie del mantovano. Inseguendo il mio sogno di Couturier, negli anni ho frequentato con successo dei corsi di stilismo e modellismo, ho conseguito la qualifica professionale di sartoria e mi sono preparata come consulente e personal shopper. Ho iniziato la mia avventura professionale in modo continuativo circa12 anni fa.
Ci racconti un aneddoto particolare, un personaggio che hai vestito che ricordi con emozione?
Ricordo con molta simpatia una giacca che ho realizzato per una delle Drag Queen più famose d’Italia: Madame Sisi.
Come couturier di una sua amica sono stata spesso sua ospite nel suo locale a Desenzano del Garda, l’Art Club.
Per ringraziarla della sua ospitalità le ho realizzato un’ originale giacca con metodo sartoriale. La stampa sul tessuto è stata realizzata appositamente per lei. Ho avuto la grande soddisfazione non solo di vederla indossata durante uno
spettacolo, ma anche scelta per le foto ufficiali pubblicate sui dei profili social. Da qualche mese mi sono trasferita proprio a Desenzano del Garda, ci potrebbe essere un seguito alla storia.
Paula cosa vuol dire per te fare moda ?
È un’arte e una tecnica. Per me la moda è la creazione del proprio personaggio, manifestare la propria personalità attraverso le proprie vesti. È la mia passione che spesso mi tiene sveglia fino a tardi, che mi frulla in testa continuamente, da cui a volte devo uscire perché mi ha sfiancata, ma che alla fine mi regala grandi soddisfazioni.
Quali sono le tue fonti di ispirazione ?
Le mie fonti di ispirazione sono le persone. Il mio lavoro è proprio realizzare il loro desiderio che spesso devo anche
catturare, perché magari non è loro ben chiaro. Realizzo capi che rispecchiano le loro personalità e i loro desideri, pensati
con tutti gli accorgimenti di alta sartoria, unito alle moderne tecniche di confezione.
Raccomanderesti la tua professione di couturier oggi ai giovani che vogliono approcciare a questo mestiere?
Assolutamente sì. Certo, bisogna avere passione e perseveranza. Questa professione sviluppata in questo modo, è davvero quasi introvabile sul mercato.
L’industria della moda è segmentata nelle varie professioni: lo stilista, il modellista, il sarto, il consulente e via discorrendo.
Ovviamente è necessaria questa specializzazione nel mondo dell’industria, ma iniziano a mancare le persone che abbiano la “visione d’insieme” di questa antica nobile arte.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente incrementare il mio mercato della realizzazione personalizzata di capi d’abbigliamento esclusivi confezionati con metodo sartoriale. Sto facendo anche un pensierino sulla creazione di qualche capsule o edizione limitata.
Ho uno studio di 4 anni di stampe di tessuti e modelli che stanno aspettando il loro momento. Vedremo. Ho avuto degli aiuti nel corso degli anni, ma mi ci vorrebbe un supporto stabile, anche uno sponsor magari. Qualcuno che professionalmente si innamori di me.