La comunicazione intorno ai prezzi dei carburanti è una narrazione da best seller dell’horror, ormai. Nostro malgrado, assistiamo impotenti a questa escalation del costo di benzina, gasolio e metano che sembra non avere mai fine e ogni giorno l’impennata va sempre più in alto.
Solo un anno fa il costo del metano per autotrasporto non raggiungeva 1 euro e viaggia intorno a 0,95 – 0,97 centesimi di euro. Scegliamo il metano come indicatore perché nel corso degli ultimi dieci anni, per esempio, era stato di una stabilità rispetto al prezzo davvero strabiliante.
Se avevi un’auto a metano ti guardavano come un poveraccio, poi come un taccagno che sta attento alla minima spesa, ora ti guardano con commiserazione. Quell’aria di sufficienza che ha chi si sente superiore avendo la roboante auto a benzina e che ora è diventata aria da cane bastonato.
Due euro per un litro di carburante tra poco saranno un miraggio
Due euro e passa per un litro è uno shock per l’automobilista medio italiano e il poveretto in cerca di metano, poi, rischia il più classico dei coccoloni arrivando alla stazione di servizio e alzando gli occhi guardando il cartello con il prezzo addirittura a cinque euro!
La domanda che affolla la mente di tutti, automobilisti e non sia chiaro, è fatta per capire fino a che punto la crisi ucraina c’entri veramente in questo bailamme che si è scatenato con i prezzi dei carburanti che schizzano ogni giorno di più? Parlare di speculazione, ora, è sbagliato oppure qui sotto gatta ci cova tremendamente?
Che il mercato dei carburanti sia un po’ “strano” lo si sapeva. Un mercato molto rigido verso il basso, come dicono gli economisti. Cioè, per farla breve un mercato che quando si tratta di andare al rialzo ci mette meno di un nanosecondo ma quando si tratta di ristabilire un prezzo accettabile ci mette molto ma molto di più a reagire e ristabilizzarsi.
Materie prime ed accise
Se è vero come è vero che il prezzo delle materie prime, in questo caso petrolio e gas naturale, sono andati su che è una bellezza dall’inizio del conflitto è anche vero, però, che è dall’inizio dell’anno che il prezzo dei carburanti alla pompa ha iniziato ad andare su come se non ci fosse un domani.
Lascia per lo meno straniti che il meccanismo a spirale ascendente di questo mercato abbia fatto come si dice da battistrada a tutti i rincari poi succedutesi. Le bollette energetiche, d’altronde, sono ormai al doppio già dal primo bimestre del 2022. Qualcosa non quadra almeno nella scansione temporale dei fatti.
Capitolo accise. In Italia questi balzelli sui carburanti sono davvero in numero e fantasiosità davvero impressionanti. Se ne contano ad oggi tante e diverse e alcune sono davvero almeno bizzarre. Un elenco in alcuni passaggi davvero surreale che vi invitiamo a leggere con attenzione.
E’ ora che il governo intervenga fortemente
Una cosa sola è certa in questo momento: il governo Draghi non può più temporeggiare e deve correre ai ripari. Sappiamo benissimo che in un’economia di mercato e capitalistica come la nostra invocare il “calmiere” dei prezzi può sembrare cosa antica assai e anacronistica.
Come abbiamo, però, affrontato la pandemia con una serie di norme del tutto eccezionali è il caso di pensare alla stessa maniera a quella che si sta trasformando in una vera e propria economia di guerra.
Si perché la guerra e le sanzioni che abbiamo irrogato alla Russia non rimangono una notizia da telegiornale che fa muovere la lacrimuccia giornaliera. La guerra è alle porte dei nostri Paesi e ce la stiamo tirando addosso in maniera davvero scellerata.
Il pragmatismo di Draghi ha fatto molto nella gestione del Covid 19 e anche ora tutta la competenza e l’arte della diplomazia da antico funzionario europeo deve venire fuori. E’ il momento che chi sta speculando sulle disgrazie ucraine e russe derivanti da questo conflitto venga messo in condizioni da non nuocere.
Chi si sta arricchendo a spese delle tasche dei cittadini va bloccato. Basta ai guadagni ingiustificati di chi produce carburanti ed energia il governo deve intervenire energicamente e con provvedimenti urgenti. Gli aumenti nel momento in cui colpiranno i generi alimentari di prima necessità, e questo sta già avvenendo, vanno fermati subito.
Interventi di defiscalizzazione, abbattimento delle accise, e un accordo imposto a questi colossi mondiali dei mercati di carburanti ed energia significa dare respiro ai cittadini che non possono essere messi all’ultimo posto e pagare il peso delle grandi manovre di politica internazionale.
L’unica richiesta ferma che deve alzarsi ora è: fate presto o la situazione sfuggirà di mano e si rischiano tensioni sociali davvero poco auspicabili.