Con la Comunicazione 2016/C 278/01, la Commissione europea ha chiarito alcuni aspetti per semplificare e rendere più flessibile la gestione della sicurezza alimentare per determinate aziende.
Se la responsabilità esclusiva della sicurezza alimentare rimane in capo agli OSA, vi sono però in ragione del tessuto produttivo europeo, composto per lo più da piccole e medie imprese- necessità di rendere flessibile la strada che conduce alla sicurezza alimentareLa comunicazione integra con esempi chiari gli Allegati I, II del reg. 852/2004 e l’Allegato III del reg. 853/2004.
Tali esempi non sono esaustivi, e riguardano la gestione di aspetti strutturali ed edilizi, ambientali, di pulizia, disinfezione, nonché del personale e della formazione dello stesso.
La Comunicazione conferma inoltre il ruolo delle associazioni dei produttori come Coldiretti nel fornire linee guida e manuali di buona prassi ai propri associati, al fine di garantire produzioni sicure e rispettose dei principi dell’autocontrollo.
In definitiva, la Comunicazione ammette tutta una serie di flessibilità rispetto all’adozione di sistemi di autocontrollo basati esclusivamente su Punti Critici di Controllo (CCP), dando un maggior peso ai prerequisiti strutturali (ambiente di lavoro e strutture) e formativi-conoscitivi degli Operatori della Sicurezza Alimentare. Allo stesso tempo, si sottolinea la possibilità di introdurre limiti critici non solo numerici (i cosiddetti Programmi di prerequisiti operativi), e che consentono un controllo visivo e immediato- come già a disposizione delle imprese di produzione primaria.
La presenza quindi di elementi di chiarimento risulta utile per meglio portare a coerenza le attività di controllo a livello locale, dando alle imprese alimentari e agli OSA chiari esempi. In tale modo, si limita la discrezionalità dei controllori, discrezionalità che rappresenta spesso un onere aggiuntivo e nascosto della Pubblica Amministrazione verso gli associati.