Un’originale rivisitazione contemporanea de “La commedia degli errori” di William Shakespeare, scritta e interpretata da Daniele Marmi e Alessandro Marini che danno voce e volto a tutti i personaggi dell’opera giovanile del Bardo, sarà in scena con la regia di Eugenio Allegri al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo (Via Concezione a Montecalvario, 34) diretto da Laura Angiulli, sabato 15 febbraio alle ore 20,30, con replica domenica 16 febbraio alle ore 18 (Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro, under 35 10 euro). Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi e da La Filostoccola, si avvale delle musiche di Francesco Li Causi, dei costumi di Gaia Moltedo e Michela Pagano e delle luci di Roberta Faiolo.
“La commedia degli errori”, riconducibile ai “Menaechmi” di Plauto, racconta la storia di due coppie di gemelli identici e omonimi, separati dalla nascita e che da allora vivono in due città lontane e rivali: Efeso e Siracusa. Antifolo e Dromio di Siracusa, diventati adulti, decidono di andare a Efeso alla ricerca dei loro gemelli. Giunti in città, ha inizio una giostra comica di baruffe, situazioni equivoche e incidenti basati su scambi d’identità.
Liberamente ispirato al testo farsesco di Shakespeare, scritto tra il 1589 e il 1594, l’adattamento per due soli attori di Marmi e Marini gioca sulle ambiguità del ‘doppio’ alla ricerca dell’altro, ma attualizzando il tema e trasformandolo in un’angosciosa ricerca di se stessi e della propria identità. La perdita di identità, infatti, da semplice spunto comico diventa allegoria di un essere umano sempre più straniato da sé e dagli altri, che corre contro il tempo ed è posseduto dall’errore. E proprio dall’approfondimento di questi motivi nasce l’idea di mettere in scena lo spettacolo con due soli attori: per giocare con lo sfrenato meccanismo drammaturgico degli equivoci e perché alle peripezie dei protagonisti della “commedia degli errori”, si affianchi la storia di due amici che trovano nel Teatro il punto di incontro più alto.
“I due protagonisti – si legge nelle note di regia – non denunciano il loro stato di attori – altri da sé – bensì di esseri umani in quanto tali, con le proprie necessità, ansie, debolezze, follie, ilarità, scontri, malesseri, inquietudini, collere; tutto ciò insomma che accade ai giovani che affrontano da soli, senza cercare una guida, la propria vita. Grazie alla visione di un destino gioioso, non disdegnano di misurarsi con la propria adolescenza, magari appena trascorsa, per ridisegnare continuamente il futuro che li aspetta. Da quell’adolescenza scaturisce, quasi inconsapevolmente, il gioco del teatro dove, nel bene e nel male, si sperimenta la realtà delle cose e talvolta si fanno degli errori. “La commedia degli errori” può essere interpretata da due soli attori e questo non avviene attraverso il trito meccanismo del teatro nel teatro, stratagemma ormai tristemente consumato per denunciare presunte o reali impossibilità produttive o artistiche. La condizione dei due protagonisti è vera, reale ed esprime un bisogno, una necessità giovanile di