Anguillara veneta da la cittadinanza onoraria a Jair Bolsonaro presidente brasiliano con avi emigrati proprio da quel paesino in provincia di Padova.
Un atto verso il quale si sono alzate subito una quantità industriale di reazioni non certamente lusinghiere. Il personaggio politico brasiliano è stato uno degli antesignani negazionisti del Covid 19 e il Paese sudamericano è stato ed è ancora tuttora uno dei territori più colpiti dalla pandemia.
Nonostante colpito dal virus oggi se ne va in giro, in barba ad ogni protocollo deciso dall’OMS, senza mascherina in assembramenti e bagni di folla che definire inopportuni è già metterla giù come un complimento. Nulla ha fatto per proteggere la popolazione brasiliana che è fra le meno vaccinate al mondo, oltre che versare in una condizione di povertà assoluta.
Cittadinanza onoraria a Bolsonaro
Eletto in una tornata molto controversa, dove il precedente presidente Luiz Inácio Lula da Silva era stato fatto accusare di reati da cui poi è risultato estraneo.
Accuse di brogli e mobilitazioni di folle non proprio dedite a pic nic o rimpatriate si è distinto anche e soprattutto per il totale disinteresse per le tematiche ambientali. Il disboscamento della foresta amazzonica, vero polmone verde del pianeta, ci fa dirigere più velocemente del dovuto verso la catastrofe ambientale.
I suoi atti legislativi se non hanno favorito nulla hanno fatto per arginare la dirompente azione di tante compagnie di legname e trivellatrici di petrolio che stanno distruggendo l’Amazzonia.
Neanche a parlare, poi, delle condizioni degli indios nativi amazzonici che da tempo sollecitano il presidente a prendere posizione per salvare le loro terre e le loro tradizioni. Completamente inascoltate quelle voci e anche quelle autorevoli di rappresentanti delle più grandi ed influenti organizzazioni internazionali.
Chi è e che sta facendo il presidente brasiliano
Bolsonaro ha sempre proseguito dritto per la strada intrapresa tacciando gli altri di inventarsi le cose.
Un po’ il modello comunicativo stile Trump, per intenderci, con il quale s’identificava prima che l’inquilino della Casa Bianca perdesse la stessa ad opera di Biden.
Insomma, un personaggio da prendere con le molle, così come hanno sottolineato buona parte di coloro che durante la sua visita in veneto hanno fatto sentire vibrante la loro protesta in vari sit in e manifestazioni – tutte pacifiche e nei limiti dell’espressione democratica -.
Al di là degli incontri puramente istituzionali, un solo politico italiano ci ha tenuto ad incontrarlo nel giorno della commemorazione dei defunti al cimitero di San Rocco di Pistoia per commemorare i soldati brasiliani morti in Italia nel secondo conflitto mondiale, il segretario della Lega.
Cittadinanza onoraria a Bolsonaro: l’incontro della discordia
All’incontro non ha partecipato nessun altro rappresentante politico ed istituzionale italiano.
Anche dai vescovi che si sono rifiutati di presenziare attraverso la diocesi toscana che lo ha definito “un’odiosa strumentalizzazione” in un luogo niente affatto deputato ad incontri politici.
Non si è fermato il segretario della Lega, anzi, ha definito assurde le proteste contro il presidente brasiliano ricordando come titolo di merito per lui aver permesso l’estradizione del terrorista Battisti in Italia dopo lungo tempo.
Non ha perso nemmeno occasione per attaccare i governi di “sinistra” precedenti, dimentico che parla di quella stessa sinistra con cui oggi governa.
La domanda che rimane inevasa nella risposta non può che essere rivolta agli amministratori del comune della provincia patavina: perché? A chi e soprattutto a cosa giova questo riconoscimento ad un personaggio che possiamo definire quantomeno controverso? Ce n’era bisogno o forse era solo una provocazione ed un pretesto per assurgere agli onori delle cronache?
Cittadinanza onoraria a Bolsonaro specchio delle difficoltà della politica
Sta di fatto che, ancora una volta, questi fatti ci restituiscono una foto dal vero di quella che è la compagine governativa che il Presidente Draghi deve orchestrare con grande maestria viste le continue fughe in avanti e digressioni ora della Lega, ora di I.V. e ora di qualcun altro in cerca di visibilità.
L’affossamento del Dl Zan prima, questa bagarre poi, l’apertura delle trattative per il Quirinale, non stanno danno un bel quadro della politica italiana che sono decenni ormai che soffre di un bassissimo indice di credibilità e di appeal sulla gente comune se si eccettuano gli ultras dell’una e dell’altra parte.