Il settore dei sistemi di lancio riutilizzabili potrebbe avere presto nuovi concorrenti. Stiamo parlando della Cina che sta studiando un sistema per il recupero di alcuni componenti di razzi finalizzato all’abbattimento dei costi e al raggiungimento di una maggiore competitività a livello commerciale.
Il sistema è attualmente in fase di sviluppo presso la China Academy of Launch Vehicle Technology di Pechino e consiste in una serie di paracadute contenuti nel primo stadio che vengono aperti prima che il razzo entri a contatto con con gli strati più densi dell’atmosfera terrestre, durante la fase di rientro.
Sulla parte inferiore del razzo sono poi montati alcuni airbagche ammortizzano l’impatto con il suolo. Il sistema è differente da quello utilizzato da SpaceX SpaceX che prevede la riaccensione dei motori quando il razzo si prepara al rientro verticale sulla piattaforma e quindi un atterraggio di precisione. Inoltre la versione cinese permette il risparmio del carburante extra necessario per l’atterraggio consentendo di avere più spazio per i payload e di ridurre la produzione di detriti spaziali potenzialmente pericolosi.
“Se confrontati con gli standard occidentali, i razzi Lunga Marcia hanno costi più bassi – commenta Bao Weimin, docente di tecnologia aerospaziale dell’Università di Pechino – ma l’espansione delle attività spaziali cinesi, necessita un’ulteriore diminuzione della spesa”. I ricercatori impegnati nel progetto riferiscono che il sistema paracadute-airbag sarà assistito da un sofisticato sistema di controllo di volo per guidare le fasi di la discesa. Sebbene gli scienziati siano ottimisti sul funzionamento del progetto, ci sono ancora alcune questioni sulla sicurezza che è necessario affrontare.
Lo scopo finale è riuscire a far atterrare il razzo in un punto preciso, riducendo al massimo la possibilità di mancare l’obiettivo a causa di fattori esterni come le condizioni meteo avverse, che potrebbero far cambiare direzione ai paracadute e far finire il razzo fuori direzione. Inoltre, gli airbag dovrebbero essere sufficientemente potenti da poter assorbire il colpo causato dall’impatto di un veicolo spaziale di tipo pesante. Nel frattempo, gli studi proseguono e i ricercatori dell’accademia cinese ritengono di riuscire a dare una risposta a questi quesiti entro il 2020.