La Capitale italiana della cultura 2026 sarà l’Aquila: l’annuncio è arrivato ieri direttamente dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Dopo 15 anni dal terremoto, il capoluogo abruzzese sembra vivere una stagione di rinascita. La Capitale italiana della cultura 2024, lo ricordiamo, è Pesaro, mentre il prossimo anno sarà Agrigento.
La città dei 99 castelli
La città dell’Aquila fu fondata nel Medioevo per volere degli abitanti di 99 castelli siti nella conca aquilana che si ribellarono al feudalesimo imposto dai Normanno Svevi. Dopo un primo tentativo fallito nel 1229, il progetto si realizzò nel 1254 grazie a un atto promulgato da Corrado IV di Svevia. La città ebbe propri statuti e fu indipendente sotto la guida di un podestà. Divenne presto un centro religioso molto importante tanto che nel 1259 fu completamente distrutta da Manfredi di Sicilia solo perché rimasta fedele alla Chiesa durante la contesa tra Papato e Impero. Qualche anno dopo, nel 1288, l’eremita Pietro da Morrone decise di costruirvi la basilica di Santa Maria di Collemaggio che è ancora oggi uno dei simboli della città. In quella stessa basilica, nel 1294, l’eremita sarà incoronato papa col nome di Celestino V promulgatore della perdonanza celestiniana: l’indulgenza plenaria che anticipò di qualche anno il Giubileo. Il rito è osservato ancora oggi nel mese di agosto.
Grazie alla sua favorevole posizione geografica, nel corso dei secoli l’Aquila ha prosperato soprattutto nel commercio. Ha subito le dominazioni angioina, aragonese e spagnola. Ha fatto parte del Regno di Napoli, ha partecipato ai moti carbonari nell’Ottocento.
La sua storia di prosperità è stata offuscata, nei secoli, da numerosi terremoti. La zona sulla quale insiste la città, infatti, è ad alta sismicità. Il primo terremoto di cui si ha notizia ci fu nel 1315, il più violento fu quello del 1703 che rase completamente al suolo la città. L’ultimo, di cui la città porta ancora i segni, risale al 2009.
Il terremoto e la rinascita
Nonostante la forte intensità dell’ultimo sisma, oggi possiamo ancora ammirare il patrimonio artistico custodito dall’Aquila. Nei quattro quartieri in cui è divisa (Santa Maria, San Giovanni, San Pietro, Santa Giusta) si possono ancora ammirare oltre 60 chiese, palazzi nobiliari ora adibiti ai servizi pubblici e le fontane. La più caratteristica è senza dubbio la fontana delle 99 cannelle in ricordo dei 99 castelli che diedero vita alla città. In piazza Battaglione alpini, campeggia, invece, la fontana Luminosa, detta così per i giochi d’acqua della sera, testimonianza di un progetto di riqualificazione urbanistica attuato tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta. Le opere esposte al MUnDA, Museo Nazionale d’Abruzzo, ripercorrono le tappe storiche più importanti della città, dal periodo preromano al Rinascimento.
Capitale italiana della cultura 2026
Ieri, 14 marzo, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha proclamato l’Aquila Capitale italiana della cultura per il 2026. L’annuncio è stato dato nell’ambito di una cerimonia alla quale hanno partecipato anche i giurati Davide Maria Desario (presidente), Virginia Lozito, Luisa Piacentini, Andrea Prencipe, Andrea Rebaglio, Daniela Tisi, Isabella Valente e i rappresentati delle 10 città candidate. Le altre città finaliste erano Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). La città vincitrice si aggiudica un contributo statale di un milione di euro.
L’Aquila “si avvia a celebrare i 15 anni del terremoto – ha commentato il sindaco della città Pierluigi Biondi -. Essere capitale italiana della cultura non è un risarcimento, ma rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostra comunità“.