In Italia, oltre 1 milione di bambini vive in povertà assoluta. Ancora pochi servizi per l’infanzia e insufficiente la qualità dell’offerta educativa, con conseguenze sull’acquisizione delle competenze soprattutto nelle fasce più disagiate.
L’Organizzazione rilancia oggi la Campagna ‘Illuminiamo il futuro’, per il contrasto della povertà educativa, e presenta un nuovo Indice che fotografa la situazione nelle regioni italiane. Al via l’iniziativa ‘7 Giorni per il Futuro’, con circa 400 iniziative in tutte le regioni promosse da associazioni, enti e realtà territoriali, insieme per diventare ‘comunità educante’ e contrastare la povertà educativa. Continua a crescere la rete dei Punti Luce di Save the Children sul territorio italiano, ai 16 già esistenti si aggiungono quello a L’Aquila e tra qualche settimana quello a Potenza. A sostegno della campagna un gruppo di testimonial ritratti dal fotografo Fabio Lovino.
Sono la Sicilia e la Campania a detenereil triste primato delle regioni italiane con la maggiore ‘povertà educativa’, cioè quelle in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Al secondo posto della classifica in negativo, con un leggero distacco, la Calabria e la Puglia. Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più ‘ricche’ di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. Questo il ritratto in chiaroscuro di un’Italia lontana dai target europei, in cui le opportunità per bambini e adolescenti sono esigue sia a scuola che fuori, come emerge dal rapporto inedito di Save the Children Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo? e dal relativo indice di povertà educativa (IPE)[1] regionale, presentato oggi a Roma in occasione della conferenza di rilancio della Campagna Illuminiamo il Futuro.
Scarsa l’offerta di servizi all’infanzia (13%), gravissima l’assenza del tempo pieno (non presente nel 68% nelle primarie e all’80% delle secondarie di primo grado) e seriamente insufficiente l’offerta di mense scolastiche (disponibili solo per il 52% degli alunni). Il 59% degli studenti frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l’approfondimento. Ne risentono per primi i risultati ottenuti dai ragazzi: quasi il 20% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze in lettura e il 25% in matematica, con un tasso di dispersione scolastica al 15%, che, sebbene lievemente migliorato negli ultimi anni, è ancora molto lontano dalla soglia massima del 10% fissata dall’Unione Europea per il 2020 e al 5% per il 2030, con profonde differenze tra Nord e Sud e Isole (il Veneto si ferma all’8%, mentre Sardegna e Sicilia si contendono il primo posto con il 24% di ragazzi che lasciano prematuramente la scuola).
L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti della classifica sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. In Italia sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e si concentrano in particolare in regioni come la Calabria (quasiuno su quattro) o la Sicilia (poco meno di uno su cinque). Sono invece poco meno di due milioni quelli che vivono in povertà relativa (il 19%), ma ancora una volta è il Sud a vivere la situazione peggiore, dove più di un terzo dei minori si trova questa condizione.
Dal rapporto di Save the Children emerge, inoltre, una connessione molto forte anche tra povertà educativa e i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione. Come in un circolo vizioso, infatti, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive.
‘I bambini che vivono in condizioni di forte deprivazione economica sono i più esposti alla povertà educativa, che li colpisce spesso già nei primi anni di vita, determinando un ritardo nell’apprendimento e nella crescita personale ed emotiva, che difficilmente potrà essere colmato crescendo’, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti. ‘Un Paese che non garantisce diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, soffocando sul nascere le aspirazioni e i talenti dei nostri figli, non è solo un Paese ingiusto, ma un Paese senza futuro’.
Per contrastare la povertà educativa, nel maggio 2014, Save the Children ha lanciato la campagna Illuminiamo il Futuro, per sensibilizzare le istituzioni e contrastare il fenomeno. ‘La povertà educativa che Save the Children ha individuato come una delle più gravi emergenze del nostro Paese, è finalmente entrata anche nell’agenda delle istituzioni, con la creazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa istituito in via sperimentale con l’ultima Legge di Stabilità, e questo rappresenta certamente un passo importante al quale ora deve seguire un effettivo impegno sul territorio’, continua Valerio Neri. ‘Per far sì che tutti i bambini possano apprendere, sviluppare talenti e aspirazioni, che possano aver accesso ad un’offerta educativa di qualità e che si possa eliminare la povertà minorile – i tre obiettivi che la campagna Illuminiamo il Futuro si è proposta di perseguire entro il 2030 – è necessario creare delle vere e proprie comunità educanti. Per questo abbiamo coinvolto attorno a questo obiettivo un movimento ampio di associazioni, enti, persone, impegnate nel contrasto alla povertà educativa’.
La campagna si caratterizza quest’anno per la nuova iniziativa ‘7 Giorni per il Futuro’, una settimana con circa 400 eventi e iniziative in tutta Italia, promossi da circa di 250 tra enti e associazioni, dedicati ai bambini e alle famiglie per informare e sensibilizzare sull’importanza delle risorse educative per la crescita dei più piccoli.