L’Assemblea nazionale francese ha rovesciato il governo del primo ministro conservatore Michel Barnier, in carica da soli tre mesi. Un gesto straordinario, il primo di questo genere dal 1962, che ha fatto precipitare la Francia in un periodo di incertezza politica e finanziaria. La decisione è arrivata sei mesi dopo le elezioni anticipate, aggravando ulteriormente l’instabilità del Paese.
Il voto di sfiducia e l’uso dell’articolo 49.3
Lunedì scorso, il governo aveva fatto ricorso all’articolo 49, paragrafo 3 della Costituzione per approvare il bilancio della previdenza sociale senza passare dal voto parlamentare. Tuttavia, l’Assemblea ha respinto questa manovra, con 331 deputati che hanno votato per la sfiducia. Fondamentale per il risultato è stato l’appoggio del Rassemblement National di Marine Le Pen alla mozione presentata dalla coalizione di sinistra Nfp. Erano necessari 288 voti per far cadere il governo, soglia ampiamente superata. Barnier è ora costretto a rassegnare le dimissioni al presidente Emmanuel Macron.
Le due mozioni di censura e il bilancio 2025
In aula erano state presentate due mozioni di censura: una dalla coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare (Nfp), che comprende La France Insoumise, socialisti, verdi e comunisti, e l’altra dall’ultradestra di Marine Le Pen. La sfiducia al governo Barnier è scaturita dalla bocciatura del bilancio generale 2025, sostenuto solo dai macronisti e da una minoranza della destra classica rappresentata dallo stesso Barnier.
Il ruolo del presidente Macron e le prospettive future
A differenza di altre democrazie europee, in Francia non si vota un candidato alternativo. Sarà quindi il presidente Macron a dover trovare una soluzione. Tuttavia, non potrà indire nuove elezioni legislative fino alla metà del 2025. Secondo indiscrezioni, Macron starebbe considerando due possibili successori: Sebastian Lecornu, attuale ministro della Difesa, e Francois Bayrou, veterano centrista. Dall’Arabia Saudita, il presidente si è detto fiducioso che la mozione possa ancora fallire, nonostante le pressioni per le dimissioni.
L’urgenza di un nuovo premier: Macron vuole agire in 24 ore
Macron punta a nominare un nuovo primo ministro entro 24 ore. Fonti vicine al presidente, citate da BFM TV, hanno spiegato che Macron non vuole trovarsi senza un governo operativo in vista dell’incontro con Donald Trump, atteso a Parigi questo fine settimana per la riapertura di Notre-Dame.
L’intervista di Barnier e la battaglia mediatica
Martedì sera, il primo ministro uscente Michel Barnier è apparso su TF1 e France 2 per un’intervista seguita da oltre 10,3 milioni di telespettatori, alla vigilia del voto di sfiducia. Questo grande interesse mediatico ha suscitato polemiche: BFMTV ha accusato i canali TF1 e France Télévisions di aver escluso altre emittenti dalla trasmissione dell’intervista, definendolo un “attacco al pluralismo dell’informazione”. Nel frattempo, la battaglia mediatica prosegue: Marine Le Pen sarà ospite del telegiornale di TF1 questa sera, mentre domani sarà il turno di Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise.
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