E se il carburante del futuro arrivasse grazie ai viaggi nello spazio? È la nuova sfida della NASA, che sta testando un metodo potenzialmente rivoluzionario per ‘alimentare’ le sue prossime missioni.
L’ingrediente segreto è l’idrogeno liquido: denso ed estremamente freddo, con una temperatura che arriva fino a-260° centigradi.
Il progetto di provare a utilizzarlo come benzina risale a circacinque anni fa, quando l’agenzia spaziale americana ha salvato un deposito al Kennedy Space Center risalente all’era shuttle inizialmente destinato alla demolizione.
Poco tempo dopo, gli ingegneri della NASA hanno trasformato l’hangar in una nuova base per le operazioni di terra, con l’obiettivo di dare il via a una fase di test per valutare le potenzialità dell’idrogeno liquido.
Test appena terminati con successo, dopo un anno e mezzo di lavoro: l’annuncio arriva direttamente dall’Exploration Research and Technology Directorate del Kennedy, unità responsabile del progetto.
Il sistema, messo a punto anche grazie al supporto del Glenn Research Center a Cleveland e del Stennis Space Center in Mississippi, è stato in grado di gestire un deposito di idrogeno liquido pari a quasi 125.000 litri.
I test, svolti da aprile 2015 a settembre 2016, hanno analizzato le proprietà di liquefazione e di addensamento dell’idrogeno allo stato liquido.
Secondo Bill Notardonato, responsabile del progetto al Kennedy Space Center, i risultati sono stati soddisfacenti e il nuovo carburante potrebbe far risparmiare alla NASA milioni di dollari.
Il primo vero banco di prova di questa benzina del futuro arriverà con il lancio di Orion, previsto alla fine del 2018: la navicella sarà alimentata da una tanica di idrogeno dalla capacità di oltre 5 milioni di litri.
“Questa nuova tecnologia – commenta Shawn Quinn del Ground Systems Development and Operations Program della NASA – porterà importanti benefici in vista della futura missione su Marte, favorendo al tempo stesso lo sforzo nazionale di trovare fonti di energia alternative”.