Una mostra per raccontare attraverso testimonianze evocative la ricerca italiana nel mondo, un viaggio attraverso il nostro Paese dal Rinascimento ai giorni nostri, una lunga strada di ricerca e bellezza, di scoperte e innovazioni, fino alla conquista dello spazio.
Il ministro Valeria Fedeli l’ha inaugurata alla Farnesina, in occasione della Giornata della ricerca italiana nel mondo. Promossa e finanziata dalla direzione generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero affari esteri e realizzata tramite il Consiglio nazionale delle ricerche con il contributo di quattro musei scientifici italiani, la mostra “Italia: la bellezza della conoscenza” non ha autori, è neutra, illustra in maniera asettica i primati scientifici e tecnologici raggiunti della nostra ricerca.
Così ne parla il presidente della Consulta dei presidenti degli Enti pubblici di ricerca, Massimo Inguscio: “La ricerca è il motore per l’Italia verso il progresso, da sempre. La ricerca è anche bella, belle sono le formule, belle sono le realizzazioni che si fanno con la ricerca. Questa mostra non è una mostra del Cnr ma è una mostra del Sistema Italia. Il Cnr, in interazione con tutti gli altri enti di ricerca, le università e con i quattro musei della scienza importanti che abbiamo in Italia, ha organizzato questa mostra che vuole portare il messaggio nel mondo di quanto sia bella, utile, fondamentale e ricca la ricerca”. L’esposizione resterà alla Farnesina fino al 20 aprile. Dopo partirà per un tour mondiale con tappe in Egitto, India e Singapore nel 2018 e sarà presentata a Expo Dubai del 2020. La sua inaugurazione in coincidenza della prima edizione della Giornata della ricerca italiana nel mondo non è un caso.
Nelle start up innovative e nelle industrie hi tech, sui ghiacci polari e sulle navi oceanografiche, nei centri di ricerca o nei laboratori, i ricercatori italiani si distinguono sempre per creatività, preparazione e risultati. “La facciamo nel giorno della ricerca degli italaini nel mondo. E’ un’idea venuta alla nostra ministra, ed è molto bella perché bisogna celebrare il lavoro che giovani e meno giovani appassionati fonno in giro per il mondo. Perché la ricerca è universale e non ha frontiere. Questa è una giornata di sintesi e di lancio”.