Il Lussemburgo è finito sotto la lente di ingrandimento dell’Unione Europea per una serie di aiuti fiscali che lo Stato avrebbe concesso a circa 100 multinazionali impegnate in svariati settori industriali e commerciali per evitare di pagare le tasse dovute negli altri stati europei.
Tutta la questione ruota attorno ai cosiddetti “Patent boxes”, ovvero le proprietà intellettuali che riguardano una particolare invenzione o un processo industriale. Le multinazionali, grazie all’appoggio della normativa lussemburghese, lasciano queste proprietà in holding con sede proprio in Lussemburgo che poi provvedono a cedere, in concessione, a tutte le altre filiali sparse per il mondo il diritto di utilizzo di questi brevetti. Gli utili derivanti da questo processo interno di compra-vendita ottenuti dalle holding con sede in Lussemburgo sono soggetti ad un trattamento fiscale particolarmente favorevole rispetto a quello applicato in altri Stati. L’80% degli utili prodotti dall’utilizzo di brevetti e proprietà intellettuali in Lussemburgo sono, infatti esentasse e consentono alle multinazionali di massimizzare i profitti evitando di pagare le tasse derivati dai guadagni ottenuti nei singoli mercati nazionali sfruttando i brevetti di proprietà dell’holding lussemburghese. Nonostante la Commissione europea abbia avviato un procedimento di infrazione, il Lussemburgo ha invocato il segreto fiscale con tanto di rifiuto, a più riprese, di collaborare con l’autorità comunitaria.
I tentativi delle multinazionali di ridurre al minimo il quantitativo di tasse da versare agli stati sono sempre più frequenti. Basti pensare a tutti gli stratagemmi creati ad-hoc da società internazionali come il “Double Irish with a Dutch Sandwich”, una sorta di triangolazione fiscale che permette di ottenere un risparmio di tasse di svariati milioni grazie alle normative favorevoli di Irlanda, Olanda e Antille Olandesi. Questo rompicapo fiscale, più o meno legale, viene normalmente utilizzato da multinazionali come Google, Apple, Oracle e Facebook che fanno della creatività fiscale uno dei punti di forza del loro business.
Negli ultimi anni, molti degli stati europei hanno dato il via ad una sorta di gara sulla detassazione dei Patent Boxes al fine di attirare gli investimenti di sempre più multinazionali. Una procedura simile a quella toccata al Lussemburgo venne avviata dall’UE contro la Spagna che poi dimostro che non vi furono aiuti di stato concessi. Lo stesso Regno Unito, una delle economie più forti dell’Europa, ha detassato i Patent Boxes portando l’aliquota dal 21% al 10% attirando cosi nuove aziende, come la neonata Fiat Chrysler Automobiles, a spostare la sede fiscale oltremanica.