I ministri degli Affari esteri dell’UE si sono incontrati in una riunione straordinaria del Consiglio per discutere della crisi a Idlib e della situazione alle frontiere esterne dell’UE con la Turchia.
Pur riconoscendo l’aumento dell’onere migratorio e dei rischi con cui la Turchia deve fare i conti sul proprio territorio, come pure gli ingenti sforzi da essa profusi nell’accogliere 3,7 milioni di migranti e rifugiati, l’UE ribadisce di essere gravemente preoccupata per la situazione alla frontiera greco-turca e respinge fermamente l’uso che la Turchia fa della pressione migratoria per scopi politici. La situazione alla frontiera esterna dell’UE non è accettabile. L’UE e i suoi Stati membri restano determinati a proteggere efficacemente le frontiere esterne dell’UE. Gli attraversamenti illegali non saranno tollerati e a tale proposito l’UE e i suoi Stati membri adotteranno tutte le misure necessarie, in conformità del diritto dell’UE e del diritto internazionale. I migranti non dovrebbero essere incoraggiati a tentare attraversamenti illegali via terra o via mare. Il Consiglio invita il governo della Turchia e tutti gli attori e le organizzazioni sul campo a trasmettere questo messaggio e a contrastare la diffusione di informazioni false.
L’UE inoltre ribadisce piena solidarietà alla Grecia, che si trova ad affrontare una situazione senza precedenti, come pure alla Bulgaria, a Cipro e agli altri Stati membri che potrebbero trovarsi in situazione analoga, anche per quanto concerne gli sforzi nella gestione delle frontiere esterne dell’UE. Il Consiglio accoglie con favore il sostegno concreto annunciato dalla Commissione il 4 marzo 2020. Sarà inoltre portata avanti la stretta cooperazione con i partner dei Balcani occidentali in proposito.
Il Consiglio ribadisce di attendersi che la Turchia metta in atto in modo integrale le disposizioni della dichiarazione congiunta del 2016 nei confronti di tutti gli Stati membri. La dichiarazione produce risultati concreti, anche attraverso il sostegno ai considerevoli sforzi profusi dalla Turchia nell’accogliere migranti e rifugiati. Sia l’UE che la Turchia possono trarre vantaggi dal proseguimento della cooperazione e dell’impegno.
A Idlib, la recente offensiva che il regime siriano e i suoi sostenitori, Russia compresa, continuano a perpetrare genera sofferenze umane senza precedenti e ha provocato la più grave crisi umanitaria dall’inizio del conflitto in Siria.
Il Consiglio chiede con urgenza un allentamento del conflitto in Siria onde evitare la deriva verso uno scontro militare internazionale e prevenire ulteriori sofferenze. Il Consiglio deplora la perdita di vite umane. Riconosce altresì la difficile situazione che la Turchia deve affrontare a causa dell’offensiva a Idlib e delle relative conseguenze.
Questi messaggi sono trasmessi a tutte le parti in causa. L’UE è in contatto con altri partner internazionali, tra cui le Nazioni Unite, la NATO e gli Stati Uniti, in modo da rafforzare in maniera incisiva il chiaro consenso internazionale a favore di un allentamento delle tensioni e di un cessate il fuoco duraturo.
Il Consiglio prende atto dell’esito della riunione Russia-Turchia di ieri a Mosca e ribadisce con la massima fermezza possibile il suo invito a tutte le parti a mantenere un cessate il fuoco immediato e sostenibile, a garantire la protezione dei civili sul terreno e da attacchi aerei e a consentire la distribuzione senza ostacoli degli aiuti umanitari da parte della comunità internazionale.
Benché l’Unione europea riconosca che nella regione sono presenti gruppi terroristici inseriti negli elenchi delle Nazioni Unite, gli attacchi indiscriminati e la distruzione di infrastrutture civili, tra cui strutture sanitarie, scuole e insediamenti per gli sfollati, per mano del regime siriano e dei suoi alleati non sono in alcun modo giustificabili e devono cessare. Ribadiamo la posizione dell’UE secondo cui tutti i responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità dovranno rispondere dei loro atti.
Il Consiglio esorta il regime siriano a sedersi nuovamente al tavolo dei negoziati e ribadisce che qualunque soluzione sostenibile al conflitto richiede un’autentica transizione politica, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il comunicato di Ginevra del 2012, negoziata dalle parti siriane nel quadro del processo di Ginevra a guida ONU; mantiene il suo impegno a favore dell’unità, della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato siriano. L’UE promuoverà attivamente un rinnovato impegno concertato della comunità internazionale per affrontare la crisi siriana e preparare il terreno a una soluzione politica.
L’UE considera prioritaria la situazione umanitaria. La Commissione europea mobilita altri 60 milioni di EUR in aiuti umanitari a favore della Siria nordoccidentale, anche nelle zone di frontiera, ed è impegnata ad aumentare la sua assistenza alla popolazione civile in Siria nordoccidentale. Gli aiuti umanitari sono forniti per far fronte ai bisogni urgenti in termini di riparo, assistenza medica e cibo di circa un milione di sfollati nelle ultime settimane e di tutti gli altri siriani in difficoltà nella regione di Idlib. È imperativo che si continui a consentire un accesso sicuro, costante e tempestivo alla popolazione in difficoltà, in piena conformità del diritto internazionale umanitario. L’UE chiede con forza l’estensione della risoluzione 2165 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite anche all’accesso transfrontaliero, per fare in modo che gli aiuti umanitari, compreso il materiale medico-chirurgico, raggiungano la popolazione in difficoltà in tutta la Siria attraverso i canali più diretti.