Il Consiglio Europeo ha prorogato fino al 23 giugno 2019 le misure restrittive in risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia.
Le misure, che si applicano a persone dell’UE e a imprese con sede nell’UE, sono limitate al territorio della Crimea e di Sebastopoli. Le sanzioni comprendono divieti relativi:
- alle importazioni di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nell’UE
- agli investimenti in Crimea o a Sebastopoli, vale a dire che nessun cittadino europeo e nessuna impresa con sede nell’UE può acquistare beni immobili o entità in Crimea, finanziare imprese della Crimea o fornire servizi correlati
- ai servizi turistici in Crimea e a Sebastopoli, in particolare le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza
- alle esportazioni di determinati beni e tecnologie diretti a imprese della Crimea o destinati ad essere usati in Crimea nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia e concernenti la prospezione, l’esplorazione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerali. È inoltre vietato fornire assistenza tecnica o servizi di intermediazione, di costruzione o di ingegneria relativi ad infrastrutture in detti settori.
Come affermato nella dichiarazione dell’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a nome dell’UE, del 16 marzo 2018, l’UE mantiene il suo fermo impegno a favore della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. A quattro anni dall’annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione russa, l’UE ha ribadito di non riconoscere e di continuare a condannare tale violazione del diritto internazionale.