Il Consiglio Europeo ha concordato la sua posizione sulle norme volte a eliminare i “disallineamenti da ibridi” con i regimi di imposizione dei paesi terzi.
Il progetto di direttiva è l’ultima di una serie di misure volte a prevenire l’elusione fiscale da parte delle grandi società.
L’obiettivo è impedire a queste ultime di sfruttare le disparità tra due o più giurisdizioni fiscali per ridurre le imposte complessive dovute. Queste regolazioni possono tradursi in una considerevole erosione della base imponibile dei contribuenti assoggettati all’imposta sulle società nell’UE.
La direttiva contribuirà all’attuazione delle raccomandazioni dell’OCSE del 2015 volte a combattere l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.
La proposta affronta i disallineamenti da ibridi riguardanti i paesi non UE, dato che le disparità all’interno dell’UE sono già disciplinate dalla “direttiva anti-elusione” adottata nel luglio 2016; completa e modifica di conseguenza tale direttiva.
Il Consiglio ha raggiunto un compromesso sui seguenti punti:
- riguardo al capitale regolamentare ibrido, si stabilisce per il settore bancario un’esclusione dalle norme, che sarà limitata nel tempo; la Commissione sarà quindi invitata a presentare una relazione di valutazione delle conseguenze
- riguardo agli operatori finanziari, si segue un approccio circoscritto, coerente con quello seguito dall’OCSE
- riguardo all’attuazione, si prevedono tempi più lunghi rispetto a quelli previsti per la direttiva del luglio 2016. L’attuazione è fissata al 1º gennaio 2020 (un anno dopo), e al 1º gennaio 2022 per quanto riguarda una disposizione specifica