Il Consiglio Europeo ha aumentato le misure restrittive nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) completando il recepimento nel diritto dell’UE delle misure imposte dall’ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, vale a dire la risoluzione 2397 (2017).
Le misure recepite oggi prevedono:
- il rafforzamento del divieto di esportazione verso la RPDC di tutti i prodotti petroliferi raffinati mediante la riduzione del numero di barili che può essere esportato (da 2 milioni a 500 000 barili all’anno)
- il divieto di importazione dalla RPDC di prodotti alimentari e agricoli,macchinari, apparecchi elettrici, terre e pietre, nonché legno
- il divieto di esportazione verso la RPDC di macchinari industriali e veicoli di trasporto, con estensione del medesimo a ferro, acciaio e altri metalli
- ulteriori misure restrittive nel settore marittimo nei confronti di navi, se esistono motivi ragionevoli di ritenere che le navi in questione siano state utilizzate per la violazione di sanzioni delle Nazioni Unite
- l’obbligo di rimpatrio, entro 24 mesi, di tutti i lavoratori della RPDC all’estero, a norma del diritto nazionale e internazionale applicabile
Il divieto assoluto di esportare petrolio greggio previsto dalla risoluzione 2397 (2017) è già stato introdotto nell’UE il 16 ottobre 2017.
Nell’adottare queste misure, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha ribadito nella risoluzione 2397 (2017) che la proliferazione di armi nucleari, chimiche e biologiche e dei relativi vettori costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali. L’UE ha più volte auspicato che la RPDC instauri un dialogo significativo e credibile finalizzato alla denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile della penisola coreana.
Gli atti giuridici adottati oggi dal Consiglio tengono inoltre conto del fatto che tre persone e una entità designate autonomamente dall’UE sono state ora inserite in elenco dall’ONU. Il numero di persone ed entità oggetto delle misure restrittive nei confronti della RPDC è, rispettivamente, di 79 e 54 secondo le liste dell’ONU, mentre l’UE ha designato autonomamente 55 persone e 9 entità.
Gli ulteriori inserimenti in elenco imposti dalla risoluzione 2397 (2017) del Consiglio di sicurezza dell’ONU sono stati recepiti nel diritto dell’UE l’8 gennaio 2018. Il 22 gennaio 2018 l’UE ha aggiunto altre 17 persone al proprio elenco di sanzioni.
L’UE attua tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottate in risposta ai programmi della RPDC in materia di nucleare, di armi nucleari, di altre armi di distruzione di massa e di missili balistici e si adopera affinché tutti gli Stati dell’ONU vi diano effettiva attuazione. In aggiunta, l’UE ha imposto misure restrittive autonome nei confronti della RPDC che integrano e rafforzano il regime di sanzioni delle Nazioni Unite.