La raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, divenuta popolare con il film omonimo di Vittorio De Sica del 1954, è ora una commedia con musica in due atti, riscritta per il palcoscenico da Manlio Santanelli con la regia di Nello Mascia.
Santanelli ha ripreso liberamente alcune storie del libro di Marotta del 1947, in precedenza pubblicate sul Corriere della Sera, con i continui inserti musicali, suonati e cantati, che fanno dello spettacolo una sorta di musical.
«Nel trasferire l’opera di Giuseppe Marotta dalla pagina alla scena mi sono trovato di fronte due problemi – spiega l’autore–: rendere unitaria l’azione, che nel libro è segmentata in più racconti, e a un tempo prendere le dovute distanze dal film che ormai appartiene all’immaginario collettivo», senza «deludere il pubblico che ha il diritto di trovarsi di fronte a quel Marotta che ha conosciuto attraverso il noto film».
«Ne è sortito uno spettacolo corale – prosegue Santanelli – in quanto la contestualità degli episodî vede spesso tutti i protagonisti in scena; e, come del resto accade a Napoli, le vicende individuali vengono vissute dall’intera collettività come proprie: non c’è disavventura personale che non diventi all’istante di tutti».
Per il regista Nello Mascia «c’è tanto oro in questo spettacolo: non solo quello dei racconti di Marotta, che descrivono con assoluta precisione l’autentico spirito dei napoletani e il loro legame indissolubile con la loro città, ma anche quello del lavoro di Manlio Santanelli, che ha voluto assecondare l’amore e l’ammirazione sia per l’opera scritta da Giuseppe Marotta, sia per le immagini scolpite nella memoria collettiva di quel film indimenticabile; assicurando pure la sua presenza costante in tutte le prove, montando e smontando il suo adattamento secondo le esigenze che via via si presentavano, con umiltà e infantile passione».
Del film lo spettatore troverà quattro dei sei episodî: “Il guappo”, “Pizze a credito”, “I giocatori” e “Il professore”, la storia di don Ersilio Miccio, interpretato dallo stesso regista Nello Mascia, che «vende saggezza» e consiglia lo sberleffo del pernacchio per punire il nobile spocchioso del quartiere.
In scena, con Nello Mascia, Rossella Amato (donna Sofia la Pizzaiola), Roberto Azzurro (il Marchese), Cloris Brosca (Concetta e la Marchesa di Mola), Ciro Capano (don Carmine il Guappo) Giancarlo Cosentino (Criscuolo il Vedovo), Rosaria De Cicco (Rosaria), Gianni Ferreri (don Vito il pizzaiolo, marito di donna Sofia), Roberto Mascia (Postino e secondo Signore), Massimo Masiello (Cameriere, Marchesino, Cantante e Capo dei fujenti), Giovanni Mauriello (don Saverio il Pazzariello), Matteo Mauriello (Prete, Cliente agitato e primo Signore), il musicista Ciccio Merolla, che ha anche curato la colonna sonora dello spettacolo, e Rosario Minervini (Cafiero).
Con Merolla eseguono le musiche dello spettacolo Mariano Bellopede e Davide Afzal.
La produzione è di Nonsoloeventi – teatro Palapartenope con Attori indipendenti. I costumi di Annalisa Ciaramella. Nicola Miletti è l’aiuto regia.
L’Oro di Napoli sarà replicato tutti i giorni, fino a domenica 1° marzo. Le rappresentazioni sono tutte alle 21, tranne quelle domenicali, programmate alle 18.