Napoli è dall’inizio del Settecento una delle principali capitali europee della musica. Se ne parlerà il 12 maggio, alle ore 16, presso l’Aula 3 dell’Edificio centrale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, durante un incontro tra esperti promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici e dal Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia, in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Napoli San Pietro a Majella. Dopo i saluti di Gaetano Manfredi, Rettore dell’Ateneo federiciano, e di Elsa Evangelista, direttore del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, si terrà la lezione del Maestro Peppe Barra dal titolo “L’opera comica del Settecento incontra Basile”, con ascolti musicali ed estratti da “Lo cunto de li cunti” e “Le zite ?n galera”. Seguiranno gli interventi di Pasquale Sabbatino, coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia, del musicologo Dinko Fabris e del direttore d’orchestra Antonio Florio.
Peppe Barra rivisita con spirito innovativo l’opera di Giambattista Basile, rilevandone la prepotente teatralità. La sua continua ricerca sulla cultura teatrale partenopea e sulla espressività dei linguaggi popolari si è incrociata costantemente e volutamente con l’universo fiabesco dello scrittore seicentesco, venerato come il padre del dialetto napoletano insieme a Pietro Trinchera. «Nel corso della mia lezione – anticipa Barra – si parlerà della scrittura teatrale di Basile, delle difficoltà che si riscontrano nel trattare un autore così importante e quindi nel tradurre il linguaggio basiliano in un linguaggio moderno». Ispirato alle pagine più celebri della letteratura classica napoletana è, tra i tanti, il suo spettacolo “Sogno di una notte incantata”, liberamente tratto dall’opera di Basile “Lo cunto de li cunti”, noto anche come “Pentamerone”, una raccolta del 1634 in cui il lettore-spettatore di oggi viene trasportato in una favola satirica commista di sublime e quotidiano, per ritrovarsi partecipe di un carnevale salvifico durante il quale la società può anche ridere di se stessa.
Da un classico della letteratura barocca si passerà all’opera comica di Leonardo Vinci intitolata “Le zite ?n galera”. Se Peppe Barra fu tra i protagonisti della prima ripresa moderna dell’opera diretta nel 1979 a Firenze da Roberto De Simone, il musicologo Dinko Fabris e il direttore d’orchestra Antonio Florio sono stati, invece, protagonisti della seconda ripresa moderna dell’opera al Teatro Piccinni di Bari nel 1998 e poi della prima registrazione in cd. «Nella generazione successiva ad Alessandro Scarlatti – spiega Dinko Fabris – uno dei principali compositori napoletani fu certamente Leonardo Vinci, maestro di Pergolesi, primo collaboratore di Metastasio e uno dei pochi italiani giudicati di livello quasi pari ad Handel. L’esordio operistico di Vinci avviene nella commedia per musica, che Napoli stava sperimentando nei primi decenni del secolo. In questo campo l’unica opera comica di Vinci che sopravvive, manoscritto autografo tra i Tesori Della Biblioteca del Conservatorio di Napoli, è “Le zite ?n galera” del 1722: uno dei capolavori comici di tutti i tempi».
Lo stesso Florio dirigerà il 28 maggio alle ore 21, nell’atrio del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, una nuova ripresa antologica dell’opera “Le zite ?n galera” con docenti e allievi del Master di Musica antica da lui diretto insieme a professionisti del complesso specializzato I Turchini e al cantante-attore Pino De Vittorio, il quale terrà una master class in Conservatorio dal 25 al 27 maggio. Il progetto rientra nella programmazione degli eventi del San Pietro a Majella, curata dal direttore Elsa Evangelista, e in un programma di collaborazione tra il Conservatorio e il Master in Drammaturgia e Cinematografia della Federico II.